Ciao a tutti, voglio contribuire anche io alla discussione perchè credo sia un tema sempre di attualità, già trattato anche dalle riviste specializzate ma mai esaurito fino in fondo..
Credo che l'importanza storica di un'auto sia determinata da tanti fattori, che non sono solo quelli della rarità, dei successi sportivi o dei ritrovati tecnologici, ma penso ci siano fattori altrettanto importanti che ne hanno decretato il successo o l'insuccesso nel periodo in cui veniva prodotta..
La Fiat 127 è stata una vettura di grande successo, motore trasversale, trazione anteriore, grandi prestazioni, affidabilità ecc...ha motorizzato gran parte dell'Italia degli inizi anni 70 ed è rimasta in produzione fino a metà degli anni 80 sfornando modelli per tutti i gusti..
Paradossalmente sono proprio questi modelli così diffusi nel periodo di produzione che diventano via via sempre più rari negli anni successivi all'interruzione della commercializzazione (merito delle varie campagne di rottamazione incentrate più su una logica di consumismo che su un principio ambientale...), al punto che oggi è più rara una 127 1° serie ben messa che una Fulvia HF fanalone..
Tornando, quindi, al succo del discorso, credo che la Fiat 127 abbia avuto un ruolo socialmente importante per la motorizzazione italiana degli anni 70, al pari della 600 per gli anni 50, per cui è da ritenere auto storica a tutti gli effetti, perchè rappresenta effettivamente la storia dell'italia di quegli anni...
Negli ultimi 20 anni, infatti, il collezionismo ha subito varie trasformazioni, è passato da hobby di elite (negli anni 70 esistevano solo i collezionisti di Lancia Aurelia, Ferrari 250 ecc...) a fenomeno di massa, coinvolgendo tutti gli appassionati in maniera trasversale e dando importanza non solo alle vetture di alto rango, ma anche e soprattutto alle utilitarie, alle berline da famiglia, alle coupè popolari, che pullulavano nelle nostre strade 30 anni fa e ci portavano in vacanza d'estate con le valigie sulla bagagliera sul tetto...
Anzi credo che oggi il vero collezionismo sia formato più dagli appassionati di vetture "popolari", che da coloro che comprano a prezzi folli sulle aste internazionali vetture esclusive pagandole 3 o 4 volte il loro valore commerciale.., vetture che rimangono chiuse in meravigliosi garage ed escono solo per partecipare alla Millemiglia..(le auto storiche devono essere mostrate alla gente, il bello dei raduni sta proprio in questo, mostrare alle generazioni attuali che auto si facevano nel passato, con quali materiali, con che tecnologia...a volte fa più colpo nell'immaginazione collettiva una Ford Capri arancione tutta originale con il volante rivestito di pelo che una fuoriserie degli anni 60).
Ho 43 anni e ricordo con affetto vetture come la Fiat 127, la 128 ecc..., qualè la famiglia degli anni 70 che non ha posseduto auto del genere?
Ricordo le personalizzazioni dell'epoca, i cerchi il lega della Campagnolo o della Millemiglia, le marmitte sportive, i volanti in pelle o di legno, i fari di profondità, che rendevano le utilitarie italiane delle mini bombe da prova speciale..
L'elemento determinante, quindi, è il ruolo storico di una vettura, che può essere stato anche un insuccesso all'epoca della commercializzazione, ma che ha la sua rilevanza ed è giusto preservarlo e mostrarlo alle generazioni di oggi (si pensi alla NSU Ro 80, una macchina eccezionale per contenuti tecnici, ma un flop all'epoca per scarsa affidabilità, oggi è una vettura rara e ha un design fantastico, che ha anticipato la linea dell'Audi 100 degli anni 80...provate a guardarla con attenzione..).
Quindi ben vengano le fuoriserie che partecipano alla Millemiglia, è bello vederle passare e sognarle, ma è giusto lasciar spazio anche alle auto popolari, che possono continuare la loro esistenza nelle mani di appassionati anche grazie alle agevolazioni fiscali (credo che siano più determinanti l'assicurazione e il bollo ridotti per il possessore di una utilitaria che vale 3mila euro che per chi acquista una Ferrari da 9 milioni di euro...).
Quindi conserviamo la A112 della zia o la Renault 5 del nonno, che hanno servito la società più di quanto hanno fatto le fuoriserie, e ancora oggi sono in grado di fare il loro dovere con costi di gestione ridotti e gran piacere di guida (non serve acquistare la A112 Abarth per divertirsi, anche la Elegant è piacevole da guidare e in città dribbla con grande agilità le varie Ypsilon, Micra ecc...).
Alla prossima puntata...
Lorenzo