itrael, mi fa piacere che ti sei appassionato alla mia ricerca (d'altronde sei un 850ista..)
c'è anche un altro mio pensiero, ben più ampio legato alla tua scelta di guidare quotidianamente un'auto d'epoca, che, per coincidenza, ha avuto un'ulteriore spinta energetica, venerdì(l'altroieri) quando ho dato una mano all'accoglienza del raduno internazionale Panhard.
Ho visto coppie più vicine agli 80 che ai 70, che hanno percorso più di 1000 km per arrivare a Novara(punto d'incontro) con auto, tutt'altro che perfette, spesso conservate, con un entusiasmo contagioso; ho conosciuto un britannico proveniente dallo Yorkshire, arrivato da solo con una Dyna Z che, per un italiano si sarebbe collocata, come aspetto, tra un relitto e un catorcio, della quale, lui, ingegnere, assicurava la perfetta messa a punto meccanica e quindi, l'affidabilità. Un tedesco è arrivato con una Grand Prix degli anni 20(ovviamente senza alcuna protezione sulla testa) e, in base a testimonianze oculari, sul passo del Sempione dove, nella mattinata di venerdì la temperatura era -2 , si è fermato a darsi una sciacquata alla faccia con la neve appena scesa.
.Per chi non conoscesse il mondo Panhard, le motorizzazioni dal dopoguerra al fallimento(1967) sono di 750 o 850 cc(2 cilindri contrapposti raffreddati ad aria) e costituiscono il 90% dei 140 equipaggi partecipanti.
Per non dilungarmi riassumo il mio pensiero: molti di noi(italiani), se vediamo all'orizzonte una nuvoletta all'orizzonte di una giornata(esclusivamente festiva) di sole, lasciamo a casa la storica...
Quanto abbiamo da imparare da loro in questo ambito