-----Mi sembra doveroso fare cenno ad un mezzo di trasporto ancora assai diffuso negli anni 50-60 in Emilia (e non solo):erano i cosiddetti "birocci" fabbricati in legno e trainati da possenti cavalli detti "da tiro"di origine belga;infatti si attribuiva la loro origine ai grossi cavalli usati allora nelle miniere di carbone del Belgio.Il biroccio nasce con grandi ruote in legno a raggi,e come "battistrada", aveva un grosso anello di ferro infilato a caldo sulla circonferenza in legno,che consentiva parecchi km e senza... forature.Aveva sponde fisse in testa e laterali ed una apribile con cerniere posteriore per facilitare il carico,anche le altre erano mobili e venivano infilate in fori rettangolari ai bordi del piano di carico.Il "birocciaio"(in dialetto modenese-ferrarese "al sbaruzzant")raramente saliva a cassetta sul carro,in genere viaggiava al fianco sinistro(verso il centro della strada)e con una mano teneva un capo della corda attaccata al morso del cavallo, e con l'altra la famosa frusta che con maestria sapeva fare "schioccare" con veri e propri colpi secchi come le vecchie castagnole.Mai la usava sul cavallo,non ce n'era bisogno; il grosso e possente animale pareva conoscesse la strada che doveva percorre,con l'andatura costante,la testa che leggermente beccheggiava seguendo la cadenza delle falcate dei suoi arti e zoccoli enormi. Al mio paese vi era uno di questi caratteristici trasportatori che aveva il vizio del bere,e a fine giornata, stanco e dopo aver fatto il "pieno" di lambrusco,si addormentava sul biroccio ed il cavallo lo riportava immancabilmente fino davanti alla porta di casa.Non è un aneddoto ma verità vissuta.Insieme al cavallo,al birocciaio,ed al biroccio, vi era un quarto ed immancabile componente :un cagnolino,di piccola taglia,un bastardino ,che era amico fidato del cavallo e non lo lasciava mai tanto da dormire con lui nella stalla,ed il cavallo aveva talmente considerazione e amore per questo piccolo compagno di lavoro,da consentirgli(ed io ne sono stato spettatore spesso) di viaggiare sotto di lui fra le quattro zampe e chi assisteva all'evento si domandava come facesse a non calpestarlo,ma in effetti,anche non vedendolo,il cavallo lo "sentiva" e non è mai accaduto che un cavallo potesse arrecare danno al piccolo amico.All'imbrunire il birocciaio accendeva una vecchia lampada a petrolio che oscillava attaccata alla parte posteriore sinistra del biroccio,e quello era l'unico segnale luminoso che lo equipaggiava segnalandolo.Mi scuso di avere utilizzato questo spazio per descrivere una fotografia assai suggestiva del mio tempo giovanile ,con un elemento privo di motore ma che ha contribuito a trasportare enormi quantità di materiali a quell'epoca.Vi segnalo solo che negli anni 30,al mio paese fu deviato il corso del fiume Panaro, e tutto fu realizzato con: braccia, badili, carriole e questi tipi di mezzi di trasporto.
