Autore Topic: Hudson Commodore / Hornet  (Letto 5541 volte)

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Hudson Commodore / Hornet
« il: 12 Marzo 2020, 10:40:54 »
Famosa per le gare Nascar ad inizio anni '50 e poi per il cartone animato della Pixar "Cars", trovo che sia splendida sopratutto nella versione berlina a 4 porte, ancor più della coupé. Ieri ho guardato il film Irishman e viene usata all'inizio del film in un bellissimo esemplare nero.
Come linea la inserisco in una specie di immaginaria top 10 di sempre, la linea rastremata del padiglione, il giro porte che segue questa curva fino al posteriore, la finestratura ridotta rispetto alle dimensioni dell'auto formano per me una specie di capolavoro.
E' interessante notare come alcuni stilemi di questa auto siano poi stati ripresi da Flaminio Bertoni nella Citroen DS che è di qualche anno successiva, sopratutto per la forma del padiglione e l'impostazione generale della coda.

Voi che ne pensate?

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Hudson Commodore / Hornet
« il: 12 Marzo 2020, 10:40:54 »

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #1 il: 12 Marzo 2020, 10:44:24 »
Auto anche molto innovativa come soluzioni tecniche; ho scritto su Cruisin' Life un paio di articoli sulle Hudson di questo periodo... devo recuperare i testi, dopodiché chiedo all'editore se posso riportarli sul Forum perché mi sa che non sono più disponibili al pubblico come arretrati...
"Quando un italiano vede passare un'auto di lusso il suo primo pensiero non è di averne una anche lui, ma di tagliarle le gomme" - Indro Montanelli 1909-2001

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #2 il: 12 Marzo 2020, 10:46:06 »
Sarebbe ottimo, grazie!!!

Infatti a parte la linea, leggendo in giro ho scoperto che aveva un baricentro molto basso che le permetteva ottime performance di guidabilità e un bel motore 6 cilindri. Sarebbe bello trovarne una qui in Europa ad un prezzo ragionevole.

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #2 il: 12 Marzo 2020, 10:46:06 »

Offline nigel68

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #3 il: 13 Marzo 2020, 09:05:21 »
Dunque un mio conoscente ha venduto due anni fa la sua Hornet sedan, molto bella ed originale, ad una cifra intorno ai 28.000 euro e direi che è stato fortunatissimo a trovare l'acquirente in una fiera ("Mercante in Auto" di Parma).

Sono abbastanza ricercate anche negli USA ma il mercato italiano è inesistente, sono più richieste in Svizzera o altri Paesi europei più evoluti culturalmente nei confronti delle auto americane. Da noi perlopiù sono considerate fenomeni da baraccone, mentre sono state il riferimento della tecnica per almeno mezzo secolo.
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Offline nigel68

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #4 il: 13 Marzo 2020, 12:41:44 »
Allora per gentile concessione dell'editore (Editrice Custom) vi riporto il primo dei due articoli scritti tempo fa proprio su queste meravigliose automobili. Invito tutti comunque ad acquistare in edicola il periodico Cruisin' che è attualmente il riferimento per il motorismo americano in italia. Vi si trovano tantissimi articoli ricchi di riferimenti storici e tecnologici che aiutano noi appassionati a capire uno dei fenomeni più importanti della storia dell'automobile.

Iniziamo con un preambolo storico per poi passare ad una splendida Hornet Convertible Brougham del 1951:

Fino all'uscita nelle sale del film “Cars” La Hudson era una casa automobilistica pressoché sconosciuta in Europa ed ancor più in Italia. Tranne agli appassionati di motorismo americano, il nome Hornet non diceva nulla, se non la traduzione letterale di calabrone o vespa dall'inglese. Invece, nella pellicola della Disney-Pixar, divenne impossibile non notare il medico “Doc Hudson” (doppiato nientemeno che da Paul Newman, ndr): sotto le sembianze di una classica e compassata “2-door” si nascondeva un'anima corsaiola che stravinceva nel circuito NASCAR.
La storia della Hudson ha origini molto antiche: la società venne registrata nel 1909 e le prime automobili prodotte l'anno successivo. Tra i suoi soci fondatori vi era anche un certo Joseph Hudson, imprenditore e principale finanziatore da cui prese il nome. Le vendite furono fin da subito incoraggianti, conferendo alla compagnia un certo successo nella produzione di automobili economiche.
Alcune innovazioni che oggi diremmo banali, vennero introdotte proprio sulle Hudson: la prima e più eclatante, fu l'installazione dei freni su entrambi gli assali quando la maggior parte delle auto li aveva solo su quello posteriore. Seguirono il manometro della pressione olio montato sul cruscotto, la spia della dinamo e l'albero motore perfettamente bilanciato. Fu quest'ultima innovazione a permettere di raggiungere alti regimi di rotazione senza vibrazioni anche con motori pluricilindrici come il 6 in linea, che divenne presto il tratto distintivo della produzione Hudson.
Subito dopo la guerra, nel 1948, la Hudson presentò l'innovativa piattaforma “step down”  per tutta la gamma. Si trattava di una vera e propria rivoluzione nel concepire la costruzione di un'automobile: fino a quel momento, lo schema tradizionale prevedeva una carrozzeria appoggiata al telaio portante. La soluzione era semplice ed economica ma l'effetto era quello di un baricentro alto e le automobili risultavano spesso molto sviluppate in altezza. La nuova Commodore del 1948 invece presentava il pavimento imbullonato sotto ad un robusto telaio perimetrale attorno al quale erano fissati gli altri pannelli della carrozzeria. Una sorta di “monoscocca” ante litteram che permetteva di abbassare il baricentro, rendere l'abitacolo più sicuro e consentire linee tese e profilate, di chiara ispirazione aeronautica. Si può dire metaforicamente che i passeggeri di una Hudson  Commodore “scendevano” in auto invece di salire, tanta era la differenza di altezza con un modello 1947.
I pregi di tale soluzione furono così evidenti che anche le Tre Grandi di Detroit (Ford, GM e Chrysler) non stettero a guardare e iniziarono gradualmente ad abbassare il centro di gravità delle automobili, proponendo telai ribassati e carrozzerie integrate, pur senza replicare integralmente il progetto Hudson.
Intuito il potenziale sportivo del telaio, anche il famoso propulsore Super Six venne ulteriormente sviluppato: grazie ad un collettore di aspirazione sdoppiato con due carburatori e un rapporto di compressione aumentato, il silenzioso ed affidabile sei cilindri a valvole laterali da circa 5 litri (308 c.i.), si trasformava in una belva da 170 Hp pronta a dettare legge sugli ovali di tutti gli Stati Uniti.
Le Hornet costruite a partire dal 1951 divennero ben presto le auto da battere, grazie al fatto di essere automobili molto ben costruite, con un'ottima tenuta di strada e con un motore davvero potente. Piloti del calibro di Herb Thomas e Marshall Teague portarono le “Fabulous Hornet” ai vertici delle classifiche NASCAR dei primi anni '50, grazie anche al supporto ufficiale della Casa che credeva molto nelle corse come incentivo alle vendite.



Introdotta nel 1951 e caratterizzata dalla carrozzeria “step down” come la più grande Commodore, la Hornet è senza dubbio un'auto moderna per il suo tempo. La soluzione costruttiva all'avanguardia, il peso relativamente ridotto e una dinamica di guida sorprendente, fanno passare in secondo piano il fatto che l'unico motore disponibile sia un sei cilindri a valvole laterali, derivato da un progetto anteguerra. La concorrenza propone ormai il motore V8 su quasi tutta la produzione, rendendolo disponibile come optional anche per i modelli entry-level. La direzione tecnica della Hudson invece confida ancora in questo tradizionale progetto, forte della naturale assenza di vibrazioni insita nei sei cilindri in linea e presenta una versione denominata H145 con rapporto di compressione aumentato, testa in alluminio, carburatore Carter WGD e diverse migliorie tecniche per una potenza di 145 Hp. Ma non è tutto: nel 1951 viene reso disponibile, dapprima come aftermarket poi dalla rete ufficiale, un particolare collettore di aspirazione con due carburatori monocorpo Carter WA-1 che migliorano l'afflusso della miscela. La potenza erogata è di 160 Hp che diventeranno 170 nel 1954. La stupenda Convertible Brougham del 1951 protagonista del nostro servizio monta proprio uno di questi collettori, denominati “Twin H Power” e permette di abbinare potenza e lusso in una combinazione difficilmente eguagliabile. Se aggiungiamo le doti di guidabilità, abbiamo la convertibile perfetta. Pensiamo per un attimo alle concorrenti nel 1951: Ford e Chevrolet sembrano auto di prima della guerra con qualche modifica estetica. Solo la Mercury si avvicina alle linee basse e filanti delle Hudson. La versione aperta poi, amplifica il concetto di “streamline” cioè di auto che sembra essere tutt'uno col vento, con la velocità.



Come molte auto americane del periodo, la convertibile non è altro che una coupè hardtop senza il tetto, quindi il frontale, la coda e la fiancata sono del tutto simili alle versioni chiuse. Molto elegante anche l'interno dove spicca la plancia in metallo verniciato effetto legno, una soluzione molto in voga tra la fine degli anni '40 e i primi '50. Il cruscotto invece ha una grafica un po' complicata con due grandi quadranti circolari per tachimetro ed orologio mentre al centro trovano spazio il livello del carburante e la temperatura del refrigerante integrati da due spie per la dinamo e la pressione olio. Modernissimo è invece il disegno della radio integrata nella plancia, assai simile a quelle di venti-trent'anni dopo. Il nostro esemplare sfoggia anche alcuni accessori tipici del periodo come un vistoso “sun visor” appoggiato sul parabrezza, ruote a raggi Kelsey-Hayes, nonché il tipico faro supplementare brandeggiabile dal posto di guida. Completano l'interno il consueto volante Hudson in plastica colorata che richiama il resto della tappezzeria ed il comando del cambio Hydra Matic di derivazione General Motors.
Le convertibili sono le più rare tra le Hornet dato che si stimano circa 500 vetture; la nostra mantiene l'originale colorazione Newport Gray con interno Maroon (bordaux) ed è stata oggetto di un completo e meticoloso restauro presso uno dei più noti collezionisti e restauratori d'America, Russell Maas.




Qualche dato tecnico interessante:

Costruttore: Hudson Motor Car Company
Modello: Hornet H145 Six Convertible Brougham
Model year: 1951
Passo: 124” (3,15 m)
Lunghezza: 208” (5,28 m)
Larghezza: 77,63” (1,97 m)
Peso: 3.924 lbs (1.780 kg)
Motore: Hudson L-Head Six 308   
Cilindrata:  308 c.i. (5.051 c.c.)
Potenza:  160 hp
Alimentazione: 2 Carburatori monocorpo Carter WA-1
Trazione: Posteriore
Sospensioni: Ant. Ruote indipendenti, bracci triangolari sovrapposti, ammortizzatori idraulici telescopici; Post. Assale rigido, balestre semiellittiche ammortizzatori idraulici telescopici
Freni: A tamburo sulle 4 ruote
Trasmissione: Automatica GM Dual Range Hydra Matic a 4 marce + r.m.
Pneumatici:   7,60-15
« Ultima modifica: 13 Marzo 2020, 13:33:10 da nigel68 »
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Offline 478vs492

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #5 il: 14 Marzo 2020, 17:05:05 »
Grazie Nigel! Bellissima e belle informazioni!

Personalmente adoro la forma a cuneo della berlina ma anche questa cabrio non lascia indifferenti!

Offline ITRAEL

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #6 il: 14 Marzo 2020, 18:13:20 »
Anch'io penso che la forma a cuneo sia maggiormente sottolineata dalla versione berlina



Ho capito che l'emozione deriva dalla somiglianza con un mio grande amore automobilistico


leggendo l'ottimo articolo ho imparato un verbo che non conoscevo, brandeggiare, da cui l'aggettivo brandeggiabile  8)
La differenza tra la genialità e la stupidità è che la genialità ha i suoi limiti.
Pensatore sconosciuto

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #7 il: 14 Marzo 2020, 18:15:41 »
Io manderei a casa quasi tutti gli attuali designers, le loro linee chiassose, la ridondanza di alcuni loro segni, il gigantismo che stanno creando nelle attuali auto. Non mi capacito di come nessuno sia più in grado di creare delle forme che appaghino i sensi!

Offline ITRAEL

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #8 il: 14 Marzo 2020, 18:34:54 »
Quando andai all'inaugurazione del Museo Bertone a Volandia
https://forum.passioneauto.it/raduni-ed-eventi/inaugurazione-collezione-asi-bertone-volandia-somma-lombardo/msg340470/#quickreply

al termine chiesi a M.Robinson, di fronte ad una 850 spider, il motivo per cui non venissero più prodotte linee così pulite,applicate ad utilitarie. La risposta fu che oggi non supererebbero i crash test e quindi non potrebbero essere commercializzate.
Volendo riprendere una di quelle linee, verrebbero stravolte nella loro armonie originarie e approderebbero al detestabile gigantismo da te citato  :( :-[
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Offline nigel68

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #9 il: 16 Marzo 2020, 08:03:18 »

Personalmente adoro la forma a cuneo della berlina ma anche questa cabrio non lascia indifferenti!

Abbi un pelino di pazienza e sarai accontentato dal secondo articolo! ;)
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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #10 il: 23 Marzo 2020, 11:19:28 »
 ;D

Offline nigel68

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #11 il: 12 Aprile 2020, 17:59:47 »
Come promesso ecco il secondo articolo sulle Hudson di quel meraviglioso periodo:

Quando i tecnici della Hudson presentarono nel 1952 l'ultima evoluzione del loro motore, chiamata X-7, le flebili speranze della concorrenza di strappare qualche vittoria alla “Fabulous Hornet” si dissolsero nel nulla. Nei primi anni Cinquanta le gare NASCAR erano state terreno di scontro per le “Tre Grandi” di Detroit ma l'outsider più temibile sembrava essere quella macchina bassa, slanciata, il cui vecchio sei cilindri in linea pareva non incutere timore...se non che Ford, Chrysler e General Motors iniziarono a capire i vantaggi del telaio ribassato e del peso ridotto a suon di sconfitte. Nel corso di quell'anno la squadra dei piloti Hudson si aggiudicò 27 gare su un totale di 34 a livello nazionale e nel circuito AAA (American Automobile Association) Marshall Teague ne portò a casa altre 17. Il successo proseguì poi nel 1953 con 22 gare vinte su 37 e 17 su 37 nel 1954, quando ormai l'attività sportiva aveva assunto un'importanza ridotta per la nuova proprietà (la American Motors, ndr).
Il “pack” denominato X-7 portava i 170 HP del sei cilindri a ben 210 grazie ad una accurata messa a punto e un diverso albero a camme e rappresentava la massima evoluzione del motore più longevo di tutta la produzione Hudson. Nato nel 1948, era costituito da un blocco cilindri in ghisa legata al cromo accoppiato ad una testa in lega d'alluminio con profilo ad “L” e valvole laterali. Proposto inizialmente con una cilindrata di 262,2 c.i. (4.296 c.c.), venne portato a ben 308 c.i. (oltre 5.000 c.c.) risultando il 6 cilindri di cilindrata più alta mai montato in America su un'automobile di serie. Nel 1951, in configurazione standard, erogava 145 HP al conservativo regime di 3.800 giri/min, con un rapporto di compressione abbastanza basso: 7,2:1.
L'aggiunta del pacchetto “Twin-H Power”, fornito inizialmente come ricambio a magazzino (codice SP306216, al costo di 85,60 dollari) e poi inserito nella lista di optional ufficiali,  regalava altri 15 cavalli grazie ad un nuovo collettore di aspirazione in ghisa sdoppiato e due carburatori Carter WA-1. Forte di 160 HP, la Hornet raggiungeva le 60 mph (circa 100 km/h) in 12,1 secondi, un tempo di tutto rispetto per l'epoca, e una velocità massima di 107 miglia all'ora. Nel 1954 la potenza crebbe ancora, grazie a nuove camere di scoppio “Super Induction” e ad un aumentato rapporto di compressione (7,5:1) fino a raggiungere i 170 cavalli, sempre al regime molto “cauto” di 3.800 giri. Era il preludio alla leggendaria versione X-7 da 210, che dimostrava quante potenzialità di sviluppo avesse questo instancabile “inline six”.



Il segreto dell'alimentazione Twin-H era racchiuso nel disegno molto curato del collettore di aspirazione che permetteva un esatto dosaggio della miscela uguale per tutti e sei i cilindri, a differenza di un solo carburatore posizionato in centro. Veniva così superato il problema che i cilindri lontani dal carburatore risultassero più “magri” di miscela, esponendoli ad alte temperature e possibili rotture, oltre che avere un minor rendimento.
L'aumento delle prestazioni era favorito anche dalle caratteristiche costruttive: supporti di banco sovradimensionati, grande rigidità del blocco cilindri, estremo equilibrio del massiccio albero motore; tutto contribuiva a rendere incredibilmente affidabile un propulsore che grazie alla sua dolcezza di funzionamento pareva non soffrire le continue elaborazioni.



La carrozzeria sedan è una di quelle che permettono di comprendere in pieno il significato della parola “streamline” usata per definire il design di queste straordinarie automobili. Non esiste un termine italiano altrettanto significativo. Se usassimo infatti “filante” o “aerodinamico” perderemmo comunque qualcosa del termine originario, che richiama la velocità, la scorrevolezza nell'aria senza sforzo, senza curarsi delle dimensioni. E' una linea che solo pochissime altre auto potevano permettersi di sfoggiare e non suona strano che ben due Hudson Hornet sedan siano finite nel “mirino” di uno dei più eclettici personaggi di tutti i tempi: Steve McQueen. Il funambolico attore-pilota è notissimo fra gli appassionati di motori per essere stato anche un grande collezionista. Nel suo garage sono passate centinaia di motociclette e dozzine di auto da sogno tra le quali tantissime Porsche, numerose Ferrari, una rarissima Jaguar XKSS e appunto due Hornet.
« Ultima modifica: 12 Aprile 2020, 18:02:28 da nigel68 »
"Quando un italiano vede passare un'auto di lusso il suo primo pensiero non è di averne una anche lui, ma di tagliarle le gomme" - Indro Montanelli 1909-2001

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #12 il: 13 Aprile 2020, 18:09:29 »
Grazie Nigel per questo ulteriore articolo! Interessante e con queste due belle foto! Quel motore da solo varrebbe il costo dell'auto!

Offline 478vs492

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #13 il: 14 Aprile 2020, 22:16:18 »
Quando andai all'inaugurazione del Museo Bertone a Volandia
https://forum.passioneauto.it/raduni-ed-eventi/inaugurazione-collezione-asi-bertone-volandia-somma-lombardo/msg340470/#quickreply

al termine chiesi a M.Robinson, di fronte ad una 850 spider, il motivo per cui non venissero più prodotte linee così pulite,applicate ad utilitarie. La risposta fu che oggi non supererebbero i crash test e quindi non potrebbero essere commercializzate.
Volendo riprendere una di quelle linee, verrebbero stravolte nella loro armonie originarie e approderebbero al detestabile gigantismo da te citato  :( :-[

Si, ma Mike Robinson fa presto a difendersi dietro alla questione della sicurezza magari per giustificare alcuni dei suoi grossi insuccessi  8) Esistono per fortuna degli esempi anche di auto recenti che provano che volendo e con le persone giuste si riescono ancora a produrre oggetti interessanti. Negli ultimi 20-25 anni ci sono state delle auto dal design interessante o anche bello...L'essere "chiassosi" nelle linee è una questione di linguaggio adottato dal design, da scelte di marketing, da incapacità o carenza culturale di chi decide e approva tali linee (vedi le ultime griglie anteriori bmw...ma anche audi...). In tutto questo le norme di sicurezza hanno ben poca colpa.

Offline 478vs492

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Re:Hudson Commodore / Hornet
« Risposta #14 il: 15 Aprile 2020, 10:18:57 »
Nigel68 cosa pensi di questa?

https://www.ebay-kleinanzeigen.de/s-anzeige/hudson-pacemaker-hornet-club-coup-filmauto-oldtimer-mercury/1342588019-216-2908

Nel testo (che è in tedesco ma puoi tradurre con google traslate per avere un'idea) dicono che sono stati fatti tanti lavori (tutti qui in Germania) e sostituite tante parti e l'auto gira bene e si guida senza problemi. Purtroppo è stata riverniciata, ma sono stati fatti anche molti lavori. E' il suo prezzo oppure è troppo economica?

L'immagine con le grafiche sopra è fatta con Photoshop, lo dice nel testo.
Bella è bella!

Altrimenti ce ne sono altre ma sembra abbiano bisogno di molti più lavori

https://www.ebay-kleinanzeigen.de/s-anzeige/hudson-hornet/1305523893-216-9489

E poi c'è questa che costa una follia!!!

https://www.ebay-kleinanzeigen.de/s-anzeige/andere-hudson-hornet-bauj-1953-einmaliger-zustand-/1288002165-216-16350


Sarebbe una figata avere un'auto del genere!

Grazie!
« Ultima modifica: 15 Aprile 2020, 10:23:26 da 478vs492 »

 

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