Sì in passato ci sono stati molti contributi. Però pochi erano a fondo perduto, e molti si riferiscono alla PAC (che ancora c'è ma chissà per quanto). Personalmente ho usufruito di un contributo del 35% circa per la mia cantina per i lavori di ristrutturazione e rinnovo attrezzatura. Bene, alla fine della fiera sai quanto mi ha aiutato questo contributo? Il 2% scarso del totale speso. Ti spiego perchè. Innanzitutto la ditta che faceva i lavori ha raddoppiato il preventivo quando è stato il momento di pagare (una ristrutturazione sai dove parti, non sai dove finisci), il professionista che ha fatto i progetti, studi di fattibilità, scartoffie varie, direzione lavori (che in realtà ho fatto io sennò mi trovavo i muri storti) ha preteso ed ottenuto (come da tariffario) il 7% del consuntivo (che è quindi il 15 % del preventivo). Poi i soldi della comunità europea li ho visti in varie trance di cui l'ultima dopo quasi due anni dall'inizio dei lavori, ma intanto io li ho dovuti anticipare accendendo un mutuo (e quindi calcolati gli interessi persi dei soldi non ricevuti più gli interessi pagati alla banca per il mutuo). Se conti poi che dovendo fare una ristrutturazione finanziata dalla comunità europea non ho potuto cambiare una virgola di quello che c'era e che ho dovuto fatturare anche l'ultima vite... In più per dieci anni non posso cambiare destinazione d'uso all'immobile e devo pure lasciare esposta una targa ricordo in bella vista dove viene scritto che io ho ricevuto dei contributi. Insomma per farla breve una presa per i fondelli. E' stata la prima e ultima volta che ho chiesto contributi. Forse anche in agricoltura ci sono persone senza scrupoli che fanno fatture false, gonfiate, per poter fare i lavori in toto con i soldi pubblici, ma se uno vuole fare le cose onestamente ti assicuro che non se ne viene fuori (piuttosto perchè non vanno ad indagare meglio sugli agriturismi che son diventati ristoranti, o che hanno chiuso dopo non essere mai stati effettivamente aperti e che dopo tot anni,cambiando destinazione d'uso, sono diventati dei realis?)
Io sono contrario agli aiuti sia alla fiat sia all'agricoltura: se faccio un prodotto schifoso o che nessuno vuole, o troppo costoso, allora è giusto che la dura legge del mercato mi elimini, senza appello e senza scuse. Ma se si arriva al mercato partendo da punti di partenza diversi (costi di contribuzione inail, sicurezza sul lavoro, cassa previdenza, assicurazioni, stipendi, costo delle materie prime, dei carburanti, delle attrezzature, delle sementi e dei concimi chimici) allora no, non ci sto. La Fiat va a produrre all'estero proprio per saltare questi paletti, e allora perchè ha diritto agli aiuti? Visto che oramai non riusciamo più a vendere niente all'estero o quasi, nonostante tutti gli accordi fatti sottobanco dagli industriali, non è il caso di tornare ad un mercato protezionistico, almeno in parte sui prodotti strategici, come quelli alimentari? Tanto della macchina si può farne a meno, come del pc e dell'i-pod, ma della pasta un po' meno.
Impariamo proprio dagli usa: lì da loro l'agricoltura è tenuta in gran considerazione proprio come settore strategico, e sono i primi ad attuare il protezionismo sulle loro derrate alimentari. O creano ad arte turbative di mercato comprando e vendendo a seconda.
Tornando al tema anche spaccare i possibili pezzi di ricambio e le automobili usate è una forma di protezionismo. Noi non avremmo potuto fare lo stesso perchè le fiat usate non le vuole nessuno, neanche il terzo mondo: in nordafrica ci sono tutte auto francesi, tedesche, spagnole, ma pochissime italiane. Idem nei paesi dell'est...