Su Rai storia, con un lungo servizio, hanno parlato recentemente del contributo di Ferdinand Porsche all'industria bellica tedesca della seconda guerra mondiale, ed hanno spiegato molto bene la selezione nei campi di concentramento e il successivo impiego dei tecnici non di razza ariana, con filmati e testimonianze dell'epoca, utilizzati per produrre carri armati e ammennicoli simili in laboratori sotto le montagne. Solo il Padreterno può sapere se Porsche sia stato forzato o lo ha fatto per interesse personale.
Ho visto quel documentario nella sua forma integrale, nella trasmissione dell'altra sera furono tagliate delle parti.
Su alcune pubblicazioni ho letto varie interpretazioni del fenomeno Porsche che rimane comunque una pietra miliare nella storia dell'automobile. Come sappiamo la storia la scrivono i vincitori e Porsche ha vissuto nel suo tempo, basta guardarsi attorno oggi e certi parallelismi sono attualissimi. Lui era un tecnico mosso dalla passione e dalla ventata di futurismo che diede energia che purtroppo fu' mal incanalata dagli eventi funesti. Certamente sul piano umano devono essergli attribuite delle criticità, sapeva benissimo con quali soldi stavano tirando su' la WW ma molti come lui si mostrarono miopi di fronte agli eventi. I longimiranti lasciarono l'Europa ma molti si asservirono ai regimi. Tuttavia credo che senza quelle risorse e l'opportunità di gestire da progettista un intero ciclo produttivo, non avremmo avuto il panorama automobilistico attuale. Non sconfino volutamente sulla tecnologia bellica e l'ingegneria, talvolta fallimentare applicata alle macchine da guerra dove probabilmente Porsche non mise la stessa enfasi e lo stesso entusiasmo col quale un decennio dopo esordi col progetto 356.
Ritengo Porsche un artista prima che un tecnico, basta osservare con occhio attento i dettagli e come nessuna forma e singolo particolare sia stato lasciato al caso. Una ricerca del bello e della massima funzionalità con canoni semplici ma armoniosi su tutte le sue creazioni e lo dimostrano i 60 anni di maggiolino e le intramontabili di stuttgart delle quale oltre il 65 % della produzione risulta circolante e ancora oggi è oggetto di desiderio. Non dimentichiamoci che la storia si continuerà a scrivere anche se purtroppo a volte non insegna, auguriamoci che un giorno ci siano progettisti, tecnici, restauratori ed appassionati migliori
L'avventura umana di Porsche comunque nel bene e nel male ci ha lasciato un mito