Se mi consentite un po' di didascalia, aggiungerei qualche notizia sull'ITALA e sul suo successo nel raid Pechino - Parigi del 1907.
La Itala è stata una fabbrica di automobili italiana, fondata a Torino nel 1904 da Matteo Ceirano e altri cinque soci.
Debuttò nel 1905 alla Targa Florio, aggiudicandosi la vittoria.
Nel 1907 ideò la 35/45 HP con la quale il principe Scipione Borghese, il pilota/meccanico Ettore Guizzardi e il giornalista Luigi Barzini parteciparono al Raid Pechino-Parigi.
Dal 1917 la fabbrica spostò l'intera attività alla produzione di motori Hispano-Suiza per l' aeronautica.
Conclusa la Prima guerra mondiale, l'Itala proseguì nello sviluppo automobilistico, cessando l'attività nel 1930. I resti dell'azienda vennero venduti alla Fiat.
Da notare che l'Itala partecipante al Raid Pechino-Parigi è stata perfettamente restaurata nel 1987 e conservata. Questo stesso veicolo ha ripercorso nel 2007 il famoso raid, dopo cent'anni dalla storica impresa, con la spedizione italiana Overland.
Pechino-Parigi" fu un raid automobilistico realizzato nel 1907, che portò cinque equipaggi su altrettante vetture europee a tentare di raggiungere Parigi, Francia, partendo da Pechino, Cina, contando esclusivamente sulle forze delle automobili, lungo un itinerario di circa 16.000 chilometri.
L'idea
Tutto nacque il 31 gennaio 1907 con un lapidario annuncio sul quotidiano francese Le Matin: « Quello che dobbiamo dimostrare oggi è che dal momento che l'uomo ha l'automobile, egli può fare qualunque cosa ed andare dovunque. C'è qualcuno che accetti di andare, nell'estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile? »
Alla proposta aderirono una quarantina di equipaggi, un po' tutti tra la ricca borghesia e la nobiltà europee, versando la quota di partecipazione di 2.000 franchi che era stata fissata per evitare inutili burle o adesioni prive di convinzione, e che sarebbe stata restituita solo a coloro che si fossero presentati alla partenza. A Pechino, però, si presentarono solo in cinque, un triciclo Contal dalla Francia, due De Dion-Bouton, anch'esse dalla Francia, una Spyker olandese, un'Itala dall'Italia.
È bene considerare che quella che è stata ricordata solo successivamente come “Pechino-Parigi”, non fu una gara di velocità, non vi era alcun premio all'arrivo se non la consapevolezza di essere riusciti in un'impresa epica, né era dato per scontato che anche solo una delle vetture partite da Pechino riuscisse a raggiungere Parigi. Non vi erano regole, non vi era alcun tipo di assistenza ed ogni equipaggio doveva provvedere in autonomia agli aspetti logistici, dai pezzi di ricambio ai rifornimenti di olio e benzina, del tutto assenti lungo il percorso. Anche il percorso stesso non era prefissato, quanto piuttosto obbligato dalla carenza di vie di comunicazione carrozzabili; eppure questo non impedì agli equipaggi di sperimentare diverse divagazioni. Si consideri addirittura che, soprattutto nei primi giorni di viaggio, gli equipaggi tendevano ad attendersi l'un l'altro nelle varie tappe, prima di ripartire per la successiva.
fine 1^ puntata