Ciao a tutti,
in merito all'articolo apparso a pag.5 e pag.13 de La Manovella, ci sarebbe da confrontarsi, confrontarsi con civiltà.
Poi ognuno di noi è padrone di pensarla come vuole, ciò non di meno mai verrà attaccato dal sottoscritto.
Mi viene in mente quel politico che l'altra sera in tv ha attaccato uno studente solo perché non la pensava come lui !
Ma andiamo avanti.
Che l'A.S.I. sia sempre più ingorda non lo dico io, ma i soldi che annualmente introita e che non gli bastano mai.
Anni fa nei 41,32 euro di sua spettanza, potevi richiedere quanti Attestati di Storicità volevi e non pagavi nulla in più.
A Perugia, l'unico club A.S.I. in regime di MONOPOLIO, richiede ben
180 euro per rilasciare l'attestato di storicità (quota club locale+quota asi+costo attestato), SOTTOLINEANDO che l'anno successivo si deve rinnovare la tessera sennò la Regione richiede i soldi del bollo pieno.
In molti abboccano !!!
Cos'è questa truffa ?
Furto con destrezza ?
All'epoca l'A.S.I. faceva annualmente circa 6 MILIONI di euro, ma allora perché vessare ulteriormente chi si iscrive liberamente e non ?
Andiamo ancora avanti.
Con il sig. Berselli avevano studiato a tavolino una legge, il celebre DDL339 che con l'aiuto dell'AC Padania siamo riusciti a bloccare.
Era nefasto questo DDL ?
Per alcuni punti no, era diciamo positivo, ma allora perché penalizzare TUTTI quegli italiani possessori di veicoli 30ntennali non iscritti ad alcun Registro (F.M.I., fiat, lancia, alfa romeo, A.S.I.) che AVREBBERO dovuto per forza iscriversi ?
Come ben sapete, i veicoli 30ntennali in forza dell'art.63 comma 1 L.342/2000 sono automaticamente storici !!!
E perché i collezionisti (come tutti noi !) che abitano in Piemonte, Lombardia, Toscana, Sicilia, Sardegna, Friuli, Valle d'Aosta e Umbria, la cui Regione ha riconosciuto l'autocertificazione o gli Attestati di Club locali (si va o non si va verso il federalismo anche fiscale ?), avrebbero dovuto spendere altri soldi per iscriversi solo a loro, in quanto quegli attestati sarebbero stati considerati NULLI ?
Potremmo continuare a iosa, ma saltiamo ed arriviamo al D.M. del 19 marzo 2010.
Questo Decreto, emanato dal Ministero dei Trasporti, non può avere alcuna validità in ambito fiscale, poiché solo il Ministero delle Finanze può Decretare qualcosa dal punto di vista fiscale.
Pertanto l'unica norma in vigore in Italia dal punto di vista fiscale per i veicoli storici, è l'art.63 L.342/2000 più tutte quelle norme regionali sopra accennate.
Va precisato, quindi, che in ITALIA esistono due Norme che attestano la Storicità di un veicolo, una è secondo il MINISTERO DEI TRASPORTI (art.60 D.Lgs.285/92 e s.m.i.) e l'altra è secondo il MINISTERO DELLE FINANZE (art.63 L.342/2000)!
La prima riguarda UNICAMENTE la circolazione stradale, la seconda riguarda la FISCALITÀ.
Quello che è chiaramente scritto a pag.13 de La Manovella è che:
http://www.dottorini.com/La%20Manovella%20pag.13%20dic.2010.pdf1) L'attestato di storicità è valido solo dal punto di vista fiscale;
2) Un veicolo è storico solo se ha il Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica;
3) Che le Assicurazioni potrebbero non coprire in caso di sinistro se non si ha il CRSC o se la polizza è stata sottoscritta in forza di una qualunque convenzione assicurativa come quella di Massimo Castoldi di Ruote Ruggenti.
A ciò aggiungi che il fine principe di ogni articolo in merito, è seminare TERRORISMO in capo all'automobilista affinché i "volponi" possano continuare a rimpinguare le proprie casse.
Detto questo, perché mi si deve attaccare ?