Quest'anno ho portato in revisione 2 auto, di cui una storica, presso un centro privato,e da circa 6 mesi tra le verifiche imposte dalla motorizzazione, c'è la verifica, fisica, del battistrada e del chilometraggio.
A me risulta che lo facevano anche prima, insieme al controllo dei giochi e dell'efficienza ammortizzatori. Avrò fatto una dozzina di revisioni di storiche, è meglio che non ti dico cosa succede.
Nei centri revisione che campano solo di quello (cioè non hanno anche l'officina...a Milano è pieno), se applicassero il protocollo al 100% ci metterebbero MINIMO quaranta minuti a revisione e tolte tasse e versamenti non si ripagano nemmeno il personale.
In ogni caso siamo O/T.
Oggi mi hanno girato questa cosa: lascio a voi ogni commento perchè i miei li censurerebbero:
Di seguito il testo dell'ORDINE DEL GIORNO presentato dal Senatore Vincenzo Gibiino ( anche Presidente del Ferrari Club Italia ) ed approvato ieri dalla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni ( comprende anche i trasporti ) del Senato.
L' 8a Commissione permanente del Senato, in sede d'esame del disegno di legge di stabilità 2015,
premesso che:
nel disegno di legge di stabilità il comma 74 dell'articolo 3, modificando l'articolo 63, commi 2 e 3, della legge n. 342 del 2000, sopprime l'esenzione dal bollo per gli autoveicoli e per i motoveicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico, limitandola in generale a tutti gli autoveicoli e motoveicoli ultratrentennali;
tale disposizione penalizza in maniera eccessiva un settore di rilevante interesse culturale, seguito da milioni di appassionati in tutto il Paese;
la finalità della norma è essenzialmente quella di assicurare un gettito aggiuntivo per le casse dello Stato, che la relazione tecnica di accompagnamento del disegno di legge di stabilità quantifica in 78,5 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017;
tale stima appare però assolutamente eccessiva, in quanto non tiene conto che il venir meno dell'esenzione determinerebbe verosimilmente la rottamazione di gran parte dei veicoli interessati, in quanto i loro proprietari perderebbero la convenienza a mantenerli in circolazione;
a ciò dovrebbero poi aggiungersi gli effetti negativi indotti per l'economia dovuti al mancato esborso per le spese di manutenzione dei veicoli, che colpirebbero in maniera molto pesante soprattutto piccoli riparatori, carrozzieri, distributori di benzina e ricambisti, settori già particolarmente penalizzati per la diminuzione di lavoro;
secondo stime fatte dall'Automotoclub Storico Italiano (ASI), uno degli organismi a cui la legislazione vigente affida ufficialmente il compito di certificare i requisiti dei veicoli di interesse storico e collezionistico, a fronte di una maggiore entrata per l'erario pari a 7,5 milioni euro, tali effetti negativi indotti produrrebbero una perdita per l'economia assai maggiore, oscillante fra 2,2 e 5,8 miliardi di euro;
considerato che:
potrebbero adottarsi soluzioni alternative che, pur assicurando un adeguato gettito aggiuntivo per l'erario, evitino tuttavia di penalizzare in maniera eccessiva ingiustificata il settore dei veicoli di interesse storico e collezionistico e la filiera delle attività economiche ad esso correlate,
impegna il Governo:
a riformulare la norma di cui all'articolo 3, comma 74, del disegno di legge di stabilità, nel senso di prevedere una tassazione agevolata di tipo premiale per gli autoveicoli e motoveicoli di interesse storico e collezionistico a decorrere dal ventesimo anno dalla data di costruzione, purché i suddetti veicoli siano certificati, secondo i criteri vincolanti stabiliti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dall'ASI o dall'FMI (per i soli motoveicoli), ai sensi del comma 3 dell'articolo 63 della legge n. 342 del 2000 e previo esame di ogni singolo esemplare, rispetto al resto del parco automobilistico e motociclistico di pari vetustà.