Per sistemare il cruscotto o qualsiasi parte della plancia o della selleria del tipo nato schiumato e poi rivestito di stampo vi sono diverse possibilità e dipendono sempre dallo scopo / risultato che vuoi ottenere. Il primo è quello di trovare il pezzo nuovo o riprodotto già citato dal Gianri . Vi sono poi altri sistemi che sia io che alcuni miei colleghi abbiamo utilizzato sfruttando l’esperienza di aeromodellisti, ma occorre tempo e pazienza e spesse volte è l’unica possibilità. Avendo il pezzo rovinato in mano, lo si stucca e lo si sistema per avere le superfici uniformi. Poi, utilizzando una casamatta ( quattro paretine di legno inchiodate su un fondo sempre di legno, tipo vassoio ) in grado di contenere il pezzo completo, lo si olia per non farlo attaccare , si fa una colata di gesso da stampi sino ad ottenere il completo negativo della parte. Qui occorre un po’ di esperienza, serve armare con fil di ferro o una retina metallica il gesso affinché non si rompa, serve a volte rinforzare il pezzo originale con sagome di legno perché non si pieghi durante la colata , serve pazienza ad attendere un giorno per la perfetta asciugatura , ne serve molta ancora per togliere il pezzo originale senza rompere alcuna parte del gesso, specie i sottosquadri delle bocchette. Si ottiene così il controstampo negativo che va ulteriormente lisciato a dovere. Si prende quindi un kit per vetroresina , fibra di vetro, legante e catalizzatore, di quantità adeguata alla superficie totale. Si olia il controstampo e si deposita la fibra di vetro già imbibita col mix di resine ( è abbastanza facile, puzza un po’ e ci si sporca ancora di più ), facendo più strati , in genere ne bastano due o tre, dipende dallo spessore che si vuole ottenere, attendendo la catalizzazione. Dopo un’altra mezza giornata o più si otterrà un pezzo perfetto uguale in sagoma all’originale che necessiterà solo di scontornatura. Se lo stampo non è rovinato durante l’estrazione, conviene mettere in cantiere un altro o piu’ pezzi di scorta). La finitura superficiale si può fare un due modi : o utilizzare la finta pelle incollata col bostik o simili, aiutandosi con un phon che permette di tendere bene il rivestimento anche nelle curve e nei raccordi , questo evita la “cellulite” delle fotografie che ho visto. Oppure si da una mano di fondo , si liscia e si stucca, altra mano di fondo e poi due o tre mani di vernice della tonalità che si vuole. Meglio ancora, trovare il verniciatore che ti dia una mano di vernice bugnata che dà quell’effetto buccia d’arancio come sull’originale, ho visto il risultato da alcuni colleghi ed è eccellente. Quest’ultima soluzione è a volte possibile utilizzando direttamente il pezzo originale, se si riesce a stuccarlo e rifinirlo ben bene, così si risparmia tutto l’ambaradan .Personalmente anni fa ho riprodotto un carter molto particolare con un sottosquadro e diverse costole di rinforzo che non riuscivo a trovare neanche ai mercatini. Un conoscente ha smontato il suo originale in lamiera e me lo ha affidato per copiarlo! (La colata in gesso non rovina i pezzi originali). Nessuno ai vari raduni si è mai accorto che il mio pezzo era ricostruito .Se non si ha esperienza nell’uso dei kit , conviene fare prima qualche piccola prova. Ti fai un mazzo così però il risultato ti ripaga! Giorgio 47