Non potrei quotare più di così le considerazioni di Rosa!
Quando sento parlare di fuori strada, penso con nostalgia alle lezioni sulla Campagnola AR 59, Lancia Z20 ACL 51, Fiat 639 N2 ACM 52.
Per non parlare dei trasporto carri Diamond-Rogers T 980.
Ridotte, blocco differenziale, arresto indietreggio ed altre amenità del genere, quando hai sul groppone qualche tonnellata di materiale o qualche decina di uomini, diventano importanti.
Devi sapere cosa fare quando riesci a far passare le ruote giuste giuste sul ciglio della carrareccia a mezza costa (a destra la parete della montagna che sale, a sinistra la scarpata della stessa montagna che scende senza alcun riparo).
Oggi come oggi, non puoi fare fuori strada con Toyota, Nissan, Suzuky, Tata, che sono nate per un mercato di immagine: se va bene ti impantani, se va male ti cappotti e ti fai male.
Pochi hanno una vaga idea di cosa significhi fondo (fango, sabbia, roccia, neve), difficoltà in salita/discesa, pendenza laterale, angolo di attacco, dosso e buca, uscita da terreni accidentati, capacità di guado.
Ancora meno conoscono i trucchi: abbrivio, remata, telegrafata, il doppio pedale in discesa, il pendolo su mulattiera stretta.
Perdonatemi la digressione, ma lasciate perdere i fuori strada se non avete fatto un corso specifico! Rischiate solo di farvi male.