Riguardo alla "caduta" dell'immagine dell'auto USA, direi che hanno contribuito una serie molteplice di fattori, sia psicologici (fine dell'euforia da conquista dello spazio, il Vietnam...) che economici (crisi petrolifera, conseguente crisi economica), non ultime le regolamentazioni che in quel periodo vennero inserite nell'ambito automobilistico, tra cui le normative contro l'inquinamento e la famigerata CAFE (Corporate Average Fuel Economy, in vigore dal 1975). Sostanzialmente, ogni anno il consumo MEDIO delle vetture prodotte da ogni Casa costruttrice deve essere sotto una certa soglia. Il che significa che le Case possono sì produrre auto "assetate", ma devono anche vendere sufficienti auto "parche" per compensare i consumi. Ad es. Pontiac in quegli anni, per poter continuare a vendere la Trans Am, dovette vendere a prezzi bassissimi parecchie vetture economiche dai consumi ridotti, vetture su cui il guadagno era misero. Questo ha portato, nel tempo, a una riduzione media dei consumi delle vetture, ma anche a una uniformazione delle caratteristiche dei veicoli, e a potenze inferiori.
Il ciclo vitale (inteso come periodo nel quale la Casa lo impiega nella produzione di veicoli nuovi) di un telaio, solitamente, è di una decina di anni, mentre quello di una carrozzeria è di molto meno. Il ciclo vitale di un motore è lunghissimo, un basamento può venire impiegato senza sostanziali modifiche anche per 20 anni. Nel caso dei V8 americani, anche 40-50... e la riprogettazione di un monoblocco è lunga e molto dispendiosa. Ecco perchè, all'indomani dell'introduzione della CAFE, tutte le Case USA decisero, più che studiare nuovi motori, di depotenziare quelli esistenti. Ecco il perchè di enormi motori da 5 o 6 litri con 160cv o giù di lì...