Autore Topic: ABARTH vs. ALPINE  (Letto 28467 volte)

Offline deltahf84

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #15 il: 14 Novembre 2008, 18:42:36 »
ABARTH OT 2000 Coupè(ricorda vagamente una 850 Coupè,da cui deriva...).Notate la ruota di scorta messa orizzontale a vista sul muso a mo' di paraurti.Infatti non c'era più posto nel cofano anteriore,a causa di radiatori utili per cercare di raffreddare la meccanica abnorme del mezzo.Qui di fianco ad una OT 1300(quella scura),che sarà poi conosciuta come "periscopio" per via della presa d'aria che venne montata dopo...




Una delle mie preferite in assoluto.La berlina da oltre 220 km/h.La OT 1600 :o :o


ABARTH OT 1300 "periscopio"


Comunque sia Alpine e Abarth rimangono due nomi con la A maiuscola...

C'è bisogno di dirvi per quale dei due parteggio? ;)

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ABARTH
« Risposta #16 il: 14 Novembre 2008, 19:04:00 »
L'Abarth fondata nel 1949 dall'ingegner Karl Abarth, è un'azienda esperta di elaborazioni di autovetture prodotte in grande scala, prevalentemente Fiat. Il successo dell'azienda dell'italo-austriaco si deve soprattutto alle marmitte omonime, prodotte per un gran numero di vetture, oltre alle Fiat anche Alfa Romeo, Lancia, Simca e Porsche.Il logo aziendale fu da subito uno Scorpione, dal segno zodiacale del fondatore, e cominciò ad ornare ben presto delle autovetture da competizione, le prime delle quali assemblate partendo da telai acquisiti dal fallimento di una storica casa automobilistica, la Cisitalia.L'azienda rimase indipendente fino al 1971, anno in cui venne acquistata dalla Fiat e da quel momento rimase come denominazione delle versioni maggiormente sportive di vari marchi del gruppo, oltre che della capofila anche dell'Autobianchi. La collaborazione avvenne anche a livello progettuale con la Lancia, per la quale, in collaborazione anche con Pininfarina, venne ad esempio concepita la Lancia Rally 037.
Nel dopoguerra, si era affacciata la Cisitalia, che si avvaleva dell'esperienza di un giovane elaboratore, mutuato direttamente dall'azienda motociclistica Motor Thun, dove si fece conoscere anche come pilota, Carlo Abarth. Dopo il fallimento della Cisitalia, Abarth riutilizzò alcune auto che ebbe come saldo. Ma il vero successo iniziò con un accessorio che avrà molta popolarità: la Marmitta Abarth, inizialmente solo per la Topolino, che riusciva ad aggiungere alla piccola utilitaria un suono aggressivo, oltre ad un piccolo aumento di potenza. Tuttavia l'auto era un'utopia, fino all'arrivo della proletaria Fiat 600, che diede ad Abarth un ottimo trampolino per far conoscere la sua innata abilità di elaboratore.
Abarth, come lui stesso amava definirsi, era un creatore di auto "elaborate non preparate". Ed infatti il suo primo passo verso la gloria fu una cassetta di trasformazione Abarth per la Fiat 600. Questa idea gli venne quando presentò alla stampa la prima auto della sua casa automobilistica in serie, la "Fiat 600 derivazione Abarth 750". Come si deduce dal nome il primario intervento fu effettuato sulla cilindrata, ma mantenendo impostazione meccanica e componenti principali in comune con la berlina di serie, anche il telaio, per esempio, che nella versione speciale aerodinamica carrozzata Pininfarina, stabilì parecchi record internazionali, aumentando la fama che la casa dello Scorpione era riuscita a costruirsi.
Nel 2007 la Fiat rilancia il leggendario marchio sportivo, che diventa il quarto marchio del gruppo; le sue vetture saranno vendute solo in 26 concessionarie scelte. La Fiat Grande Punto Abarth, uscita in autunno in due versioni da 155 e 180cv (con kit "esseesse"), è la prima ad aprire le danze per il rinato Scorpione, e verrà seguita, nel 2008, dalla Abarth 500, che, (anch'essa con relativo kit "esseesse") avrà una versione da 135cv e una da 160cv.
Interessante è la nuova politica adottata da Abarth riguardo ai componenti "avanzati" dopo aver portato una "Abarth Grande Punto" in una delle 26 concessionarie Abarth per installarvi lo step "esseesse", infatti le concessionarie autorizzate Abarth sono anche delle vere e proprie officine dove si può, in caso si è in possesso di una Abarth Grande Punto, tramite l'installazione di un kit, aumentare ancora di più le prestazioni di una vettura. Tale step può prevedere anche installazioni di elementi di quali cerchi da 18 pollici, molle ribassate, freni maggiorati e (come optional) anche elementi estetici quali sedili racing, copripedali specifici, poggiapiede in alluminio, ecc...) Esiste anche una versione "ridotta del kit "essesse", chiamata "Kit Assetto" che prevede l'installazione di tutti gli elementi inclusi nel kit EsseEsse (cerchi, freni, molle, ecc...) eccetto quelli necessari all'aumento delle prestazioni del motore (come, ad esempio, la turbina maggiorata, la frizione rinforzata, ecc...)
Tale politica verrà anche applicata alla Abarth 500 da novembre 2008 (mese in cui sarà disponibile il kit "esseesse").
I pezzi smontati dalle Abarth di serie (esse) per essere sostituiti dal preparatore e quindi avanzati, se in buono stato, potranno essere rivenduti (in libera trattativa) alle stesse concessionarie, ancora più interessante la possibilità di farlo via WEB proprio tramite un futuro spazio apposito sul sito Abarth.
La rete commerciale vanta di sole 26 concessionarie in Italia; al salone dell'automobile di Ginevra verranno svelati i piani dettagliati ma in occasione dell'inaugurazione della nuova sede Abarth nell'officina 83 di Mirafiori, Antonino Labate (responsabile “business operations”) ha dichiarato ufficiosamente che l'obbiettivo è di circa 70 concessionarie in Europa entro la fine del 2008 di cui 5 in Svizzera, molta attenzione verrà data alla Germania per la sua forte predisposizione alla sportività, al Belgio ed ai Paesi Bassi, dove il Made in Italy in campo automobilistico è ancora molto forte.
Particolarmente famose sono le Abarth derivate dalla Fiat 600, la prima di queste fu la Fiat-Abarth 750 che entrò in produzione nel 1956; per questo modello venne messo in vendita anche un kit di trasformazione per gli automobilisti amanti del "fai da te".
Furono inoltre importanti anche i popolari kit di trasformazione Abarth per la vecchia Fiat 500, che la rendevano più aggressiva e sportiva, senza limitarne la circolazione alla sola "pista": nel 1963 fu presentata la 595 Abarth, prodotta prima su base Fiat 500 D e poi su Fiat 500 F sino alla fine del 1971, mentre nel 1964 venne invece presentata la Fiat Abarth 595 SS. Nello stesso anno furono presentate anche la Fiat Abarth 695 e la Fiat Abarth 695 SS, entrambe con una cilindrata totale di 689 cm3. Le parti speciali caratterizzanti le versioni elaborate da Abarth erano composte da cruscotto (con strumentazione specifica provvista di tachimetro, contachilometri, contagiri, indicatore livello benzina e indicatore temperatura olio), volante a 3 razze, carburatore doppio corpo Solex C 28 PBJ montato su apposito alloggiamento in alluminio, coppa olio in alluminio, sistema di aspirazione e scarico dei gas specifici, ecc. Da menzionare anche il fatto che su queste versioni il portellone posteriore, che chiudeva il motore posto nel retro della vettura, veniva rialzato con dei fermi per aumentare il raffreddamento del motore stesso e quindi la sua efficienza.
Alla fine del 1960 la Abarth iniziò a costruire la Abarth 850 TC (Turismo Competizione), la cui versione stradale rimase in produzione fino al 1966. La Fiat forniva le 600 prive di alcune parti meccaniche, (albero motore, freni, carburatore e scarichi) che venivano montate dalla Abarth trasformando la 600 in 850 TC.
Nel corso del 1962, furono realizzate due varianti della 850:
•   la TC Nürburgring, il cui motore forniva 55 cavalli CUNA a 6500 giri/minuto. Questa versione fu costruita per ricordare la vittoria di classe ottenuta, nel 1961, da un'Abarth 850 alla 500 Chilometri del Nürburgring;
•   la TC/SS, il cui motore dava 57 cavalli CUNA a 6500 giri/minuto. Verso la fine del 1962, questa versione fu ribattezzata "850 TC Nürburgring Corsa".
Sempre nel 1962, la 850 fu affiancata dalla FIAT-Abarth 1000, che era anch'essa derivata dalla FIAT 600, ma aveva il motore di 982 cmc, con 60 cavalli CUNA.
Non vanno dimenticate le versioni più sportive della FIAT-Abarth 1000 ovvero la TC [anche se la sigla Turismo-Corse non venne mai adottata dalla casa] con 85 CV di potenza e la TCR con testata radiale in grado di raggiungere i 115 CV. Con queste versioni la Abarth portava una grande serie di primizie nelle auto di piccola dimensione, ovvero i freni a disco su tutte e quattro le ruote, cambio a 5 marce e sospensioni a molla e ammortizzatore in quanto le balestre della 600 non erano in grado di fornire un adeguata tenuta di strada.
Un'altra versione da ricordare della 850 è la TC gruppo 5, realizzata nel 1968 per le gare. Il suo motore aveva le valvole radiali e forniva 93 cavalli.
La Abarth produsse molti dei modelli Fiat ed anche dei modelli Autobianchi (A112 Abarth) in versione sportiva.
Le versioni dei modelli Abarth si sono sempre distinte fra "esse" (sport) ed "esseesse" (super sport), le differenze fra le due versioni sono sempre state più particolarmente meccaniche anziché estetiche, tradizione ripresa anche oggi per i nuovi modelli del gruppo su base Fiat.

Modelli del passato
•   Abarth 750
•   Abarth 850 TC
•   Fiat 595/695 Abarth
•   Abarth 1000 Berlina
•   Fiat 124 Abarth
•   Autobianchi A112 Abarth
•   Abarth SE030
•   Fiat 131 Abarth Rally
•   Fiat Ritmo 105 TC Abarth
•   Fiat Ritmo 125 TC Abarth
•   Fiat Ritmo 130 TC Abarth
•   Fiat Punto Abarth (solo versione da rally)
Produzione attuale
•   Abarth Grande Punto da fine 2007 sul listino (kit "esseesse" dal 22 maggio 2008 sul listino)
•   Abarth 500 da luglio 2008 sul listino (con relativo kit "esseesse" da novembre 2008 sul listino)

Andrea
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Offline freinetto

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ALPINE
« Risposta #17 il: 14 Novembre 2008, 19:04:50 »
Alpine è una casa automobilistica francese, specializzata nella costruzione di vetture sportive, ora facente parte del gruppo Renault.
La società venne fondata da Jean Rédélé nel 1954 a Dieppe, con la ragione sociale di Societe Anonyme des Automobiles Alpine. Egli era il figlio del titolare del concessionario Renault della città di Dieppe. Nei primi anni '50, riscosse numerosi successi in varie competizioni automobilistiche, entrando anche a far parte della squadra corse alla guida di una Renault 4CV. L'esperienza maturata con i motori Renault lo spinsero a creare configurazioni sempre più estreme e competitiva, non solo per se' stesso, ma anche per vari clienti che di volta in volta gli commissionavano qualche vettura per le gare. Il successo ottenuto gli permise di aprire così la nuova società.
Nel 1954, al Salone di New York viene presentata la prima creazione Alpine: il prototipo "The Marquis", disegnato da Giovanni Michelotti che, dopo alcuni accordi per la produzione su licenza negli Stati Uniti, non avrà seguito commerciale.
Il primo modello prodotto, l'Alpine A106 spinto dal motore della 4CV apparve nel 1956. Realizzata con carrozzeria in vetroresina su telaio tubolare, la A106 raccolse numerose vittorie durante la seconda metà degli anni '50. Poco dopo, fu affiancata da una versione aperta, sempre su disegno di Michelotti, dalla quale sarebbe derivata la Alpine A108, che riscosse anch'essa un notevole successo, sia in campo agonistico, sia presso il pubblico, che cominciava a conoscere i prodotti sportivi di questa azienda, che da officina artigianale si trasformò alla fine degli anni '50 in un vero e proprio stabilimento diviso in due sezioni, quella dedicata alla produzione di serie e quella dedicata alle competizioni.
Negli anni '60, la Alpine cominciò a lavorare ad una nuova sportiva, molto bassa e profilata, sulla base della Renault 8. Il risultato fu la Alpine A110, che sarebbe divenuta una delle più famose Alpine di sempre. Questa vettura, che all'inizio fu equipaggiata con un motore da 1 litro di cubatura, subì numerose evoluzioni durante gli anni, fino a ricevere un 1.6 nel 1974. Le prime vittorie conquistate dalla A110 fecero in modo che la Renault investisse un vero capitale nella Alpine e la collaborazione tra la fabbrica di Dieppe ed il colosso di Parigi si fece stretta: la Alpine, praticamente poteva attingere dalla produzione Renault qualsiasi organo meccanico ed adattarlo alle sue vetture in maniera da farne delle armi da competizione.
Ma l'attività della Alpine non si limitava a questo: sempre all'inizio degli anni '60 fu introdotta la M63, un mostro da pista dalla carrozzeria molto profilata ed aerodinamica, che ottenne alcune importanti affermazioni, come la vittoria alla 1000 km del Nürburgring del 1963. Inoltre, la Alpine cominciò presto a dedicarsi anche alla Formula 3 e alla Formula 2, realizzando delle monoposto con motore da un litro sempre derivato da quello della R8, come nel Caso della A110.
Tornando alla A110, all'inizio degli anni '70, quando le vittorie della A110 erano innumerevoli, la vettura continuò a seminare vittorie su vittorie e nel 1971 vinse al Rally di Montecarlo. Il 1973 fu l'anno dell'apice: l'Alpine divenne campione del mondo rally, battendo Case blasonate come la Porsche, la Lancia e la Ford.
Ma il 1973 fu anche l'anno in cui esplose la crisi petrolifere e pertanto, a causa della politica di austerity instaurata in tutto il mondo, le vendite della A110 calarono in maniera decisa.
Già all'inizio degli anni '70, comunque, il problema della Alpine stava nel dover trovare una sostituta alla A110, che oramai stava diventando piuttosto anziana e via via sempre meno competitiva: di lì a poco fu introdotta la Alpine A310. Siamo nel 1971. La fabbrica sportiva francese era però in fase calante: la meccanica dei nuovi modelli derivava dalla produzione di serie, come anche in passato, ma la concorrenza non stava certo a guardare: Per esempio, di lì a poco la Lancia avrebbe introdotto la Stratos, con una motorizzazione di derivazione Ferrari e ciò tanto bastava a tagliare fuori vetture come la A310, impiegata comunque in alcune competizioni, ma con scarsi successi.
Qualche barlume di gloria si ebbe nel campo delle gare su pista: l'Alpine-Renault A442 vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1978. Nello stesso anno, l'Alpine si fuse con la Renault, anche se per alcuni anni il nome venne mantenuto assieme a quello della casa madre su talune vetture sport.
Nel 1985, la A310 fu sostituita dalla GTA, che poi venne rimpiazzata nel 1991 dalla A610, la cui produzione venne a sua volta cessata nel 1995. La fabbrica di Dieppe ha continuato a produrre diversi modelli di auto sportive della Renault. Il marchio potrebbe essere a breve riutilizzato dalla casa francese per il lancio di una vettura sportiva.

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Alpine ora è chiamata come Fabbrica Renaultsport Technologies di Dieppe.
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Andrea
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Offline deltahf84

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #18 il: 14 Novembre 2008, 19:08:01 »

L'elenco delle ABARTH è un po' scheletrico( e mancano alcune auto),ma rende l'idea...

Non dimentichiamoci l'enorme patrimonio di vittorie in ogni dove(mi pare oltre 10 mila),che hanno anche permesso la costante evoluzione tecnica delle soluzioni studiate da Karl...

Offline DOPPIA GOBBA

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #19 il: 14 Novembre 2008, 20:45:17 »
di modelli abarth ne mancano una trentina mentre l'elenco alpine mi sembra completo!
« Ultima modifica: 14 Novembre 2008, 21:05:20 da DOPPIA GOBBA »

Betamonte

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #20 il: 15 Novembre 2008, 08:23:15 »
Notizia di oggi : faranno anche una moto abarth.

Offline freinetto

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #21 il: 15 Novembre 2008, 08:33:09 »
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furbo

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #22 il: 15 Novembre 2008, 10:14:48 »
Alpine è una casa automobilistica francese, specializzata nella costruzione di vetture sportive, ora facente parte del gruppo Renault.
La società venne fondata da Jean Rédélé nel 1954 a Dieppe, con la ragione sociale di Societe Anonyme des Automobiles Alpine. Egli era il figlio del titolare del concessionario Renault della città di Dieppe. Nei primi anni '50, riscosse numerosi successi in varie competizioni automobilistiche, entrando anche a far parte della squadra corse alla guida di una Renault 4CV. L'esperienza maturata con i motori Renault lo spinsero a creare configurazioni sempre più estreme e competitiva, non solo per se' stesso, ma anche per vari clienti che di volta in volta gli commissionavano qualche vettura per le gare. Il successo ottenuto gli permise di aprire così la nuova società.
Nel 1954, al Salone di New York viene presentata la prima creazione Alpine: il prototipo "The Marquis", disegnato da Giovanni Michelotti che, dopo alcuni accordi per la produzione su licenza negli Stati Uniti, non avrà seguito commerciale.
Il primo modello prodotto, l'Alpine A106 spinto dal motore della 4CV apparve nel 1956. Realizzata con carrozzeria in vetroresina su telaio tubolare, la A106 raccolse numerose vittorie durante la seconda metà degli anni '50. Poco dopo, fu affiancata da una versione aperta, sempre su disegno di Michelotti, dalla quale sarebbe derivata la Alpine A108, che riscosse anch'essa un notevole successo, sia in campo agonistico, sia presso il pubblico, che cominciava a conoscere i prodotti sportivi di questa azienda, che da officina artigianale si trasformò alla fine degli anni '50 in un vero e proprio stabilimento diviso in due sezioni, quella dedicata alla produzione di serie e quella dedicata alle competizioni.
Negli anni '60, la Alpine cominciò a lavorare ad una nuova sportiva, molto bassa e profilata, sulla base della Renault 8. Il risultato fu la Alpine A110, che sarebbe divenuta una delle più famose Alpine di sempre. Questa vettura, che all'inizio fu equipaggiata con un motore da 1 litro di cubatura, subì numerose evoluzioni durante gli anni, fino a ricevere un 1.6 nel 1974. Le prime vittorie conquistate dalla A110 fecero in modo che la Renault investisse un vero capitale nella Alpine e la collaborazione tra la fabbrica di Dieppe ed il colosso di Parigi si fece stretta: la Alpine, praticamente poteva attingere dalla produzione Renault qualsiasi organo meccanico ed adattarlo alle sue vetture in maniera da farne delle armi da competizione.
Ma l'attività della Alpine non si limitava a questo: sempre all'inizio degli anni '60 fu introdotta la M63, un mostro da pista dalla carrozzeria molto profilata ed aerodinamica, che ottenne alcune importanti affermazioni, come la vittoria alla 1000 km del Nürburgring del 1963. Inoltre, la Alpine cominciò presto a dedicarsi anche alla Formula 3 e alla Formula 2, realizzando delle monoposto con motore da un litro sempre derivato da quello della R8, come nel Caso della A110.
Tornando alla A110, all'inizio degli anni '70, quando le vittorie della A110 erano innumerevoli, la vettura continuò a seminare vittorie su vittorie e nel 1971 vinse al Rally di Montecarlo. Il 1973 fu l'anno dell'apice: l'Alpine divenne campione del mondo rally, battendo Case blasonate come la Porsche, la Lancia e la Ford.
Ma il 1973 fu anche l'anno in cui esplose la crisi petrolifere e pertanto, a causa della politica di austerity instaurata in tutto il mondo, le vendite della A110 calarono in maniera decisa.
Già all'inizio degli anni '70, comunque, il problema della Alpine stava nel dover trovare una sostituta alla A110, che oramai stava diventando piuttosto anziana e via via sempre meno competitiva: di lì a poco fu introdotta la Alpine A310. Siamo nel 1971. La fabbrica sportiva francese era però in fase calante: la meccanica dei nuovi modelli derivava dalla produzione di serie, come anche in passato, ma la concorrenza non stava certo a guardare: Per esempio, di lì a poco la Lancia avrebbe introdotto la Stratos, con una motorizzazione di derivazione Ferrari e ciò tanto bastava a tagliare fuori vetture come la A310, impiegata comunque in alcune competizioni, ma con scarsi successi.
Qualche barlume di gloria si ebbe nel campo delle gare su pista: l'Alpine-Renault A442 vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1978. Nello stesso anno, l'Alpine si fuse con la Renault, anche se per alcuni anni il nome venne mantenuto assieme a quello della casa madre su talune vetture sport.
Nel 1985, la A310 fu sostituita dalla GTA, che poi venne rimpiazzata nel 1991 dalla A610, la cui produzione venne a sua volta cessata nel 1995. La fabbrica di Dieppe ha continuato a produrre diversi modelli di auto sportive della Renault. Il marchio potrebbe essere a breve riutilizzato dalla casa francese per il lancio di una vettura sportiva.

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..ottima spiegazione..mà ti sei dimenticato di inserire la Renault 5 Alpine/Alpine Turbo trà le Alpine Renault commercializzate..''e se vogliamo essere pignoli ci sarebbe anche la Renault 5 Turbo1/2..''
E la Gordini..?
Che ruolo ha avuto in Renault?

Offline GT

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #23 il: 17 Novembre 2008, 17:26:16 »
Notizia di oggi : faranno anche una moto abarth.

E' una battuta?!?

Betamonte

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #24 il: 17 Novembre 2008, 17:31:04 »
no no , l'ho letto su un portale di auto , Omniauto mi sembra.

Offline DOPPIA GOBBA

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #25 il: 17 Novembre 2008, 22:00:31 »
ecco la moto abarth fotografata ieri a torino.......una yamaha vestita abarth anche se la targhetta  dice qualcosa di diverso

Offline Christian 86

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #26 il: 17 Novembre 2008, 22:03:32 »
ecco la moto abarth fotografata ieri a torino.......una yamaha vestita abarth anche se la targhetta  dice qualcosa di diverso

Be la trovo una cosa simpatica no

Offline GT

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #27 il: 17 Novembre 2008, 22:13:47 »
Anche L'Alfa ha collaborato con una casa motociclistica di recente...lo ha fatto con la 147 Ducati, ma sinceramente non ne capisco il senso...

Offline Christian 86

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #28 il: 17 Novembre 2008, 22:15:20 »
Anche L'Alfa ha collaborato con una casa motociclistica di recente...lo ha fatto con la 147 Ducati, ma sinceramente non ne capisco il senso...
Neanche io per essere sincero pero la macchina mi piace a te?

Offline deltahf84

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Re: ABARTH vs. ALPINE
« Risposta #29 il: 17 Novembre 2008, 22:30:06 »
Beh,la 147 DUCATI CORSE è un bel mezzo.
1,9 diesel con 170 cv.
Bellissimo l'allestimento,molto sportivo....

La moto Abarth non ha neanche meritato una mia foto... ;)
Meno male che c'è doppia gobba ;D

 

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