Questa una citazione nn mia di un forum riguardo la serie.
Vi parlerò di quel magnifico mix di avventura, commedia, humour che è Attenti a quei due (in originale "The persuaders").
Quando la vidi per la prima volta (presumo fosse nel 1979, la trasmettevano la domenica all'ora di pranzo, anche se la prima trasmissione in italia avvenne nel gennaio 1974) ne rimasi folgorato ed affascinato (erano gli "Starsky ed Hutch" europei, meno dinamici ma più ironici e simpatici).
Questa mitica serie televisiva fu girata nel 1971 ed è composta da 24 episodi.
I protagonisti principali (quelli cui 25 anni fa noi bambini volevamo assomigliare) sono Tony Curtis e Roger Moore (reduce dei successi del telefilm "Il Santo" ed in seguito avviato ad una luminosa carriera da 007).
Sebbene si trattasse di una serie britannica (e di conseguenza ambientata nel Regno Unito) l'utilizzo di una star hollywoodiana come Curtis (anche se al crepuscolo) sarebbe servita da lancio sul mercato americano (ciò spiega il budget altissimo per l'epoca: 100000 sterline a puntata).
Curtis ricevette un salario maggiore rispetto al suo collega (6.500 sterline alla settimana contro le 4.500 di Moore), che però grazie ai proventi di questa serie diventò il primo attore televisivo britannico ad essere milionario.
La serie gioca sulla forte diversità dei due personaggi, rivali e amici impegnati in varie avventure girate un po' in tutta Europa tra belle donne, macchine veloci e fine humour inglese.
Tony Curtis interpreta Danny Wilde, miliardario americano self-made man dal passato non proprio irreprensibile, che spende il suo tempo e denaro fra belle donne, alberghi di lusso e costose automobili. Roger Moore è Brett Sinclair, aristocratico inglese bello ed un po' snob.
La serie, malgrado ascolti record in Europa (soprattutto in Italia...ma era ormai il 1974!), si concluse dopo appena un anno (non esiste un episodio conclusivo), a causa dello scarso successo ottenuto negli USA (contro le aspettative dei produttori che confidavano nel fascino di Curtis), degli alti costi e della volontà di Roger Moore di vestire quanto prima i panni di James Bond.
Di essa erano state programmate ben 130 puntate.
Effettivamente il telefilm appare fin troppo innovativo ed ironico per il pubblico americano dell'epoca, abituato prevalentemente a poliziotti tutti d'un pezzo o a rassicuranti sitcom su sereni nuclei familiari.
Altro elemento che ha contribuito non poco a rendere duraturo il ricordo di AAQD è la splendida sigla iniziale (che attraverso dei flashback, foto e articoli di giornale, mostra il percorso delle loro vite; è stata utilizzata recentemente dal programma "per un pugno di libri", con Neri Marcorè/Curtis e Piero Dorfles/Moore) e la celebre colonna sonora firmata da John Barry (che peraltro firmerà anche quelle degli 007 di Roger Moore).
Altre curiosità degne di nota sono che gli abiti indossati da Roger Moore sono da lui stesso disegnati e che Tony Curtis pretese di girare diverse scene senza ausilio di stunt-man.
Le voci italiane sono dei grandissimi compianti Pino Locchi (Wilde) e Cesare Barbetti (Sinclair).
Segnalo a coloro che, poverini, non hanno avuto la fortuna di vedere questo pezzo di storia della televisione, o per gli inguaribili nostalgici come il sottoscritto, che tutti gli episodi sono stati editi in Italia e sono facilmente reperibili.
Grazie per l'attenzione.
Ragazzi, leggendo le vostre opinioni non ho potuto fare a meno di dare anche un mio giudizio su questo che ritengo uno dei migliori telefilm (se lo vogliamo chiamare così) di tutti i tempi.
Gli attori erano veri attori, non spendo troppe parole su due miti come Tony Curtis ("A qualcuno piace caldo", "Operazione sottoveste" e via dicendo) e Roger Moore (le serie de "Il santo", i vari 007 degli anni 70...). Essi hanno saputo rappresentare in pieno i due caratteri dei protagonisti: l'americano che dai bassifondi riesce a diventare miliardario, ma essendo americano è uno scanzonato donnaiolo; il lord inglese serioso e raffinato, donnaiolo anch'egli ma in tuttaltro modo.
Quando ero piccolo immancabilmente tutti identificavano me e mio fratello, visto che eravamo uno biondo e l'altro bruno, con Attenti a quei due (i Chips e i Dukes di Hazzard arrivarono dopo...)
Ma delle auto che guidavano i due non ne parliamo? Tony Curtis - Danny Wilde stava al volante di una favolosa Ferrari 246 GT "Dino" rossa, secondo me la più bella Ferrari mai prodotta dagli stabilimenti di Maranello, ovviamente targata Modena; Roger Moore - Brett Sinclair guidava invece una Aston Martin DBS V8 gialla targata BS1 (le sue iniziali), bella macchina ma di fronte alla Dino...
Sicuramente quando li rifaranno su qualche rete "minore" li registrerò per tenerli visto che ormai sono diventati merce rara!