Autore Topic: Oggetto misterioso  (Letto 4459 volte)

Offline adriano 2

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Oggetto misterioso
« il: 25 Ottobre 2012, 04:41:41 »
------Chi sa dire cosa è e dove andava montato?Bisogna avere i capelli molto bianchi per averne visto qualcuno oppure avere sfogliato vecchissime riviste.Questo apparteneva a mio padre e lo conservo gelosamente. ;)
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Offline giorgio47

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Re: Oggetto misterioso
« Risposta #1 il: 25 Ottobre 2012, 07:27:50 »
Sembra uno dei primi sbrinatori elettrici a ventosa. Si attaccavano al parabrezza o al lunotto dal lato interno. Ricordo che i primi erano più grandi e utilizzati soprattutto dai camionisti.

Offline cekk500

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Re: Oggetto misterioso
« Risposta #2 il: 25 Ottobre 2012, 08:18:23 »
Bel pezzo Adriano ! Si tratta di uno sbrinatore specifico, accessorio concepito per la 500 A,B,C e probabilmente per le auto coeve con lunotto piccolo e lamiera attorno ove far aderire le ventose, esempio balilla, fiat 1100, simca ecc.
Dovrebbe avere un supporto in bachelite o in legno e sono oggetti davvero rari
soliti problemi di foto

Offline 5turbo

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Re: Oggetto misterioso
« Risposta #3 il: 25 Ottobre 2012, 08:30:25 »
bel pezzo :o :) :)

Offline deltahf84

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Re: Oggetto misterioso
« Risposta #4 il: 25 Ottobre 2012, 08:40:09 »
Davvero bello...Raramente capita di vedere qualche auto che ne è equipaggiata... ;)
Tuo padre su cosa lo montò?

Offline adriano 2

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Re: Oggetto misterioso
« Risposta #5 il: 25 Ottobre 2012, 13:00:49 »
----Infatti,complimenti!Si tratta di uno dei primi sbrinatori che allora venivano fabbricati in Germania;era costituito da una solida cornice in lamiera che racchiudeva un vetro e veniva attaccato all'interno del vetro anteriore, o parabrise, con 4 ventose in gomma.Pensate che l'apparecchio è dei primi degli anni trenta e le ventose sono ancora come nuove e senza una minima crepa(la gomma di una volta!! Quando la plastica non era ancora nella mente dell'uomo)Fra il proprio vetro e quello della  vettura,vi erano 4  fili in acciaio che l'attraversavano per tutta la sua lunghezza e che, collegati all'impianto elettrico fungevano da resistenze e diventando quasi incandescenti mantenevano sbrinata e, aggiungerei scongelata quella porzione di parabrise,consentendo di vedere fuori.Ovvio che andavano d'accordo con i parabrise dell'epoca che erano piatti e non sagomati come divennero poi.Mio padre lo aveva montato su una vecchia Lancia Lamda che conservò per tanti anni e che io ,essendo nato nel 41,vidi ma non non ricordo.Mi è stato poi detto che essa era stata trasformata per funzionare a "gasogeno",infatti nel periodo della mia nascita,la benzina non si trovava più ed allora avevano escogitato il gasogeno come combustibile.Praticamente era il prodotto della combustione indiretta di legna molto verde,la quale,portata ad alta temperaturta, rilasciava vapori infiammabili.Le vetture avevano una specie di grossa caldaia attaccata di fianco o posteriormente,e dovevano inoltre trasportare non poca legna ,perdendo capacità di carico per persone e merci.Ogni tanto ci si doveva fermare e fare rifornimento alla caldaia,pensate alla disponibilità di tempo necessaria ed anche la scomodità di un viaggio,seppur breve.Quando io affermo che le cose del passato raccontano storie fantastiche,non penso di esagerare.Vi posto due chicche che diffiucilmente troverete in giro.una vecchia 1500 Fiat anni 35-40 a gasogeno,e lo schema della produzione di questo combustibile:
« Ultima modifica: 25 Ottobre 2012, 13:17:08 da adriano 2 »
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Offline cekk500

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Re: Oggetto misterioso
« Risposta #6 il: 25 Ottobre 2012, 13:46:55 »
Da qualche parte nel forum parlammo dei gassogeni usati proprio in quegli anni. L'ufficio dove lavoro sorge sulle ceneri di una delle tante officine che a torino tra la fine dell'800 e il 1946 lavoravano sul prodotto automobile. Oggi mi trovo proprio dove sorgeva la temperino, a ridosso della società anonima per il gaz dove le auto venivano trasformate e molte foto apparse su un numero de "la manovella" di qualche tempo fà, furono scattate proprio qui'. La tecnologia del cippato o legna verde era tipica degli anni 30, successivamente si usava il carburo di acetilene ricavato da scarti di lavorazione della "società per il gaz e illuminazione torino" dai quali si ricavava anche ammoniaca ed etilene. Lo schema è simile, composto da un serbatoio e un imbibitore che utilizzava l'acqua del circuito di raffreddamento del motore e i vapori trasformavano il carburo, stipato a palline in gas portato al motore. Ebbi la fortuna nel 1988 di conoscere l'ultimo pioniere di quell'esperienza, un ingegnere meccanico con un esperienza da far impallidire un premio nobel di oggi.
Leggere queste chicche del passato è una vera libidine ;)
soliti problemi di foto

 

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