Vogliamo dimenticarci questa??
io direi di sì
BABBA BIA
hahahahaa!!!
tornando al topic, contrariamente alle apparenze io non ho tanti ricordi di automobili diverse da bambino perché fondamentalmente salivo solo su quella di mio papà. Inoltre, alla prima curva "seria" (che per noi lombardi di pianura significava Serravalle Scrivia, l'inizio della famosa "camionale dei Giovi") vomitavo l'anima perché soffrivo di mal d'auto.
La primissima auto che mi ricordo era la 1100 R beige di mio papà, ma più per averla vista nelle foto in cui vestivo degli improbabili cappottini in lana cotta che altro
Successivamente arrivò la Simca 1301 che rimase con noi un bel po', circa 10 anni. A parte l'interno "americaneggiante" un curioso gioco che mi piaceva fare era mettermi davanti (all'epoca ovviamente pochi ci facevano caso che un bimbo di sei anni stesse lì) con la scusa che stavo meno male e attaccare sul cruscotto dal lato passeggero, un foglio di carta sul quale avevo disegnato degli immaginari strumenti e comandi di...un camion Fiat 190... E che schiacciavo, azionavo eccetera ogni volta che mio papà cambiava marcia o metteva la freccia o altro...
Una volta andammo al mare con la Giulia Super di mio zio... seduto dietro con il famoso ponte "scodinzolante" delle Giulia, iniziai a dare di stomaco già a Binasco. Sempre di mio zio ricordo che prima della Giulia aveva una 600 molto particolare, bicolore verde chiaro e verde scuro... probabilmente una di quelle "speciali" che si usavano negli anni '60... ma era già usata di seconda o terza mano.
Altro ultimo ricordo di auto da bambino che mi impressionò era la 124 sport 1800 blu del titolare della ditta in cui lavorava mio padre, un ingegnere di Tremezzo (CO). Mi ricordo dell'accelerazione impressionante che mi schiacciava il sedile togliendomi il fiato.. e te credo, abituato alla Simca oltretutto convertita a GPL hahahaha!!
Da cresciuto, quando iniziai a capirci veramente di auto non vedevo l'ora che arrivassero i 18 anni... la Talbot 1510 (una Simca 1308 ristilizzata) passò senza grandi emozioni, mentre la vera svolta fu la BMW 320i (E30). Non vedevo l'ora che arrivasse il weekend per chiedere a mio papà di andare a fare un giro. La utiizzammo parecchio, complice il fatto che era mancata mia mamma a soli 44 anni, l'automobile nuova fu un motivo per tenerci uniti. Io e mio papà facemmo parecchi viaggi sui passi svizzeri, in Germania, a Venezia. Ogni scusa era buona per sentire il meraviglioso sound del sei cilindri. Imparai a guidare su un furgone Bedford gemellato gentilmente prestato dalla ditta in cui lavorava allora mio padre, in un piazzale deserto dove mi esercitavo con le marce, le partenze eccetera. Poi arrivò il momento di passare alla Visa
sempre della ditta che mi fu prestata, con tanto di delega notarile, per fare l'esame da privatista in quanto la 320i non la potevo guidare per la legge di allora, nel 1987.
E così terminò l'epoca del "passeggero senza patente"