E' un argolento che ciclicamente viene fuori...
Ultimamente la vedo in questa maniera: oggi il collezionismo di auto storiche è a 360°,dalla piccola utilitaria alla supercar.
Copre un po' tutta la varietà di mezzi.
In futuro,secondo me,il collezionismo si limiterà molto di più.
Il limite sarà appunto l'elettronica.
Quell'elettronica che ora imperversa sulle auto e che in un futuro sarà il maggiore ostacolo in fase di restauro.
A cosa porterà tutto ciò?
Porterà ad una sorta di "razzismo" collezionistico: si restaureranno e collezioneranno le auto di alto valore (supercars,top di gamma) per le quali il ripristino dell'elettronica,anche se oneroso,sarà giustificato dalla quotazione e tutto il resto verrà trascurato e dimenticato.
Esempio: Ferrari F430 e Fiat Croma (poniamo che abbiano un'elettronica simile o uguale).
Il ripristino di quel tipo di elettronica,nel 2050,costerà 10mila euro.
La F430,che magari avrà un valore di 100mila euro,sarà restaurata e collezionata.
La Fiat Croma,che avrà magari un valore di 8mila euro invece, sarà irrimediabilmente portata alla pressa.
Quelle che noi intendiamo come auto d'epoca,a parte quelle più recenti(le neo-ventenni) dove ci sono i primi esperimenti di elettronica, sono sostanzialmente meccanica pura.
Per cui,come si regola un carburatore di una 250 GTO,si regola anche quello di una Alfa 2000.
Ovvio che è tutto in proporzione...
L'elettronica invece sta uniformando tutto,e dall'utilitaria alla supercars,per fare qualcosa c'è bisogno del portatile con la presa specifica e il programma caricato su.
20 anni fa,se nel pagliaio trovavi una 500 chiusa a chiave,con una forcina riuscivi ad aprirla.
E se fra 20 anni un appassionato,in un garage,trova una Peugeot 1007 chiusa a chiave cosa fa??