l'esenzione dal divieto di circolazione non è in virtù di un minore inquinamento (ovviamente un controsenso), ma in virtù di una importanza storica che solo una certificazione può garantire.
-----Frosty non capisco bene il tuo intervento,o forse non hai capito il mio:ci sono veicoli d'epoca o storici che durante il blocco per limitare l'inquinamento,possono circolare(pur non avendone i parametri)solo perchè,pagando una quota ad un club ,può ricevere il relativo attestato di appartenenza.Un altro possessore di uno stesso veicolo,se non ha pagato e non dispone dell'attestato di appartenenza ,non può circolare.Entrambe le vetture non hanno i parametri per circolare senza provocare inquinamento,ma quella dotata di attestato acquista il diritto;ergo il certificato ha il potere di non fare inquinare un veicolo.Con questo esempio rivoltante,voglio solo evidenziare quanto sia aleatoria la osservanza delle regole, se basta pagare per poterle infrangere.Ed il caso lo esemplifica degnamente----Aldoz ,un certificato serio,non "dovrebbe"certificare usando il condizionale .E per quanto riguarda poi la passione non è certo un certificato che la testimonia. Per l'uso del veicolo, dal momento che uno paga bollo e assicurazione, quali limitazioni forzerebbe scusa.Io pago un bollo limitato,pago una assicurazione di importo inferiore che non mi impone limiti d'uso, se non due nominativi dichiarati. Pertanto,solo in estate e se non piove,uso l'auto a piacimento( che mi diverte di più che guidare la moderna)Forse perchè io guido una vetturetta d'epoca di poco valore che costa molto, ma molto meno riparare, che non una vettura valutata moltissimo sul mercato e che costa molti euro in caso di guasto?Se tu vedessi come tengo e tratto la mia,certamente ti ricrederesti circa chi usa l'auto di sovente. Se tu frequentassi raduni come ho fatto io ,vedresti che qualunque certificazione di originalità di una vettura d'epoca,se non è seguita da visite e controlli periodici di verifica,non ha senso ,e ti capiterebbe di vedere targhe ASI o di Registro storico,applicate su vetture elaborate e trasformate che quasi non se ne conosce la provenienza.Con questo intendo dire che se un club o un sodalizio scende a certificare anche la bicicletta del nonno,è logico che il "collezionista" si senta menomato,ma non è certo colpa del possessore della bici del nonno che deve essere incolpato, ma semmai chi, pur di fare cassa, consente queste assurdità e non differenzia il collezionista dal semplice appassionato.