Si ci sono 2 leggi che parlano di veicoli storici
No, c'è un Decreto Legislativo (285/92, Art. 60), ovvero il C.d.S. (oltre al Regolamento di Attuazione), il quale tra le varie definisce "i veicoli di interesse storico e collezionistico", poi un Decreto Ministeriale (17/12/2009), il quale tra le varie stabilisce i requisiti per conseguire il CRS, ovvero come potersi iscrivere nei Registri previsti dal C.d.S., ed infine una Legge (342/2000, art. 63), la quale esenta tutti gli autoveicoli ed i motoveicoli ultratrentennali dalla tassa di proprietà (sostituendola con quella forfettaria di circolazione), oltre quelli ultraventennali definiti "veicoli di
particolare interesse storico e collezionistico", i quali non hanno
nulla a che fare con quelli definiti dal C.d.S., se non che hanno in comune due dei Registri nominati, ma con compiti ben diversi.
Vista che tale articolo stabilisce la procedura per il riconoscimento di veicolo storico ritengo sia questo prevalente rispetto all'art.60 del codice della strada
Non è "prevalente", stabilisce il modus operandi (un D.Lgs. non è gerarchicamente inferiore ad un D.M.), ovvero la metodica.
Per questo ritengo prevalga l'art. 63 ai fini della storicità.
Non c'entra assolutamente nulla. L'Art. 63 della L. 342/2000 non riguarda in alcun modo la classificazione di "veicolo di interesse storico e collezionistico", bensì tratta di "veicoli di
particolare interesse storico e collezionistico", ovvero quelli che dovrebbero essere stati obbligatoriamente indicati in apposita determinazione annuale anche dall'ASI, e non solo dalla FMI.
Per intenderci, è possibile che un motoveicolo (per la FMI) abbia usufruito della tassa di circolazione forfettaria senza essere iscritto, ovvero senza aver mai conseguito la classificazione di "veicolo di interesse storico e collezionistico" ai sensi del C.d.S., questo perchè la FMI la determinazione annuale l'ha sempre prodotta, al contrario dell'ASI, per questo tantissimi sono convinti che le due definizioni siano la stessa cosa (oltre al fatto che i politici furbi adottarono una terminologia facilmente confondibile).
Tra le definizione "veicolo di interesse storico e collezionistico" e "veicolo di
particolare interesse storico e collezionistico" non c'è
nessuna relazione.
il Cds non pone alcun limite di età che invece pone l'art 63 per l'Asi o l'Fmi, col risultato ad esempio che potrei iscrivere un veicolo di dieci anni al registro fiat se questo stabilisse che può essere storico e il codice della strada lo considererebbe tale, mentre non potrei con l'Asi perchè non ha 20 anni!
E' previsto anche dall'Art. 215 del Regolamento di Attuazione del C.d.S. (DPR 495/92), al comma 2:
"La data di costruzione deve risultare precedente di almeno 20 anni a quella di richiesta di riconoscimento nella categoria in questione. Le caratteristiche tecniche devono comprendere almeno tutte quelle necessarie per la verifica di idoneità alla circolazione del motoveicolo o dell'autoveicolo ai sensi dei commi 5 e 6."Ho scritto questo non per fare polemica ma per far capire perchè ritengo prevalga l'art 63 e non il 60, tenendo a mente che la legislazione non è chiara avendo creato questo doppione tra Cds e L 342/2000.
Ho scritto i riferimenti normativi dettagliatamente in passato, il problema è che sono andati smarriti tra tanti post.
Ora se verrà purtroppo cancellato rimarrà solo l'art. 60, ma i veicoli dichiarati storici dopo i 20 anni finora lo sono stati in base all'art. 63, cieè la ratio di tutta la normativa sulle auto storiche tesa alla conservazione di più esemplari possibile
Assolutamente no, mi dispiace ma sei completamente fuori strada, non c'è alcun nesso tra le due definizioni.