Per l'ASI vedi non ho alcun pregiudizio. Mi ha disturbato molto il fatto che per iscriverti all'ASI devi passare per forza da un club affiliato pagando praticamente due iscrizioni quando ne basterebbe (o ne dovrebbe bastare) solo una: o all'ASI o al club locale. Non mi è piaciuto l'aumento delle tariffe di iscrizione. Poi per il resto posso capire la funzione di questo organismo, ma come spesso accade in Italia, gli enti spesso e volentieri ti fanno quantomeno sorgere il dubbio che operino per se stessi e non per il cittadino in genere. Comunque non voglio aprire alcuna polemica. A fine maggio dovrei incontrare - spero - il titolare del clun di Venturina al quale mi sono iscritto (c'è un raduno organizzato dal club nelle mie zone) ed allora mi cosiglierò con lui. Oramai voglio sfruttare la vostra gentilezza chiedendovi se qualcuno di voi ha già chiesto l'omologazione e quanto costa...
Vi ringrazio comunque per gli apprezzamenti sulla mia "macchinetta".... da quando mi sono iscritto mi sono sentito un po' la pecora nera in mezzo a tante nobili belle signore d'epoca blasonate e ricercate. La Trabant invece con il suo rappresentare l'auto del popolo per il popolo, tipica del socialismo reale, certo non può rivaleggiare in eleganza o ricercatezza con tante altre, però adesso mi sento meno pecora nera...
La Trabant è un automobile che storicamente rappresenta molto di più di tante auto più blasonate. Più di tante altre auto rappresenta, per motivi contingenti legati alla situazione politica ed economica del paese in cui era costruita, un modo di concepire l'automobile completamente diverso dall'attuale e anche da quello ad essa contemporaneo, pertanto non deve essere dimenticato. Un plauso perciò a chi conserva con passione tale testimonianza.
A proposito dell'ASI, purtroppo c'è ancora molta confusione su alcuni aspetti, primo fra tutti quello della qualità di socio. Tant'è che proprio sabato scorso, all'assemblea annuale, si è votata una modifica allo statuto che meglio chiarisce questo aspetto: i SOCI ASI sono soltanto i Club. I singoli appassionati sono TESSERATI ASI attraverso l'associazione al proprio Club. La differenza è sostanziale: i Club sono poco più di 260, i tesserati 150000 mila. In qualità di soci, i Club dialogano direttamente con l'ASI, e già gestire 260 interlocutori non è facile, figuriamoci 150000. Anche il discorso dell'aumento della quota di iscrizione è frutto di un malinteso: la quota di tesseramento ASI è invariata da quando è stato introdotto l'euro, ed è l'esatta trasposizione della vecchia quota in lire, senza neanche l'arrotondamento dei centesimi. Pertanto sono almeno dieci anni che la quota ASI non aumenta. Ciò che aumentano sono le quote dei Club. Un paio di anni fa l'ASI ha deciso che i propri Club federati dovessero avere una quota minima di tesseramento, questo sostanzialmente per evitare la "concorrenza" tra Club, che giocavano la carta della bassa quota di iscrizione per attirare il maggior numero di tesserati (alla maggior parte dei quali interessano soltanto le agevolazioni fiscali e assicurative). Questi club risultavano essere i più numerosi (e quindi i più "pesanti" in sede di consiglio dell'ASI) pur essendo i meno attivi dal punto di vista dell'attività di promozione storico-culturale, proprio perchè formati da soci ai quali fondamentalmente questo aspetto interessava poco. Ricordiamoci che l'ASI ha come scopo statutario la diffusione della cultura motoristica storica e la corretta conservazione del relativo patrimonio costituito dai mezzi storici, e non è una specie di associazione consumatori a tutela del singolo proprietario di auto storiche.