Più che presentare me desidero parlarvi di quella macchia bianca che fin da piccolo ho ammirato fuggire veloce per la strada come se mai si sentisse sotto sforzo. La 126 di mio nonno, adesso lasciatami, sempre amata perché per me era un gioco, con quell'avviamento così divertente, così piccola da farti sentire grande in un mondo dove tutto sembra volerti far sentire piccolo. La sua capacità di rendere lunghe le giornate, piene di allegria e continuamente imprevedibili.
La storia che ha dietro di se, la prima auto che mio nonno ha avuto, la sua patente d'epoca che ancora conservo insieme al libretto di circolazione. Le vicende divertentissime consumate li dentro, esperienze che ogni volta che vi entro, ogni volta che spiro il suo profumo, rievoco nella mente, come se fossi stato li quando accadevano.
Ciò che mi ha fatto appassionare alla mia 126 è il fatto che sia un auto concepita non per la frenesia delle giornate odierne, piuttosto come mezzo dentro il quale non smetto mai di ridere.
Studio per diventare cantante lirico, e l'immaginario che un giorno da quello sportello bianco uscirò col frac ed il cilindro, mi convince ogni giorno di più che la FIAT 126 sia l'auto della mia vita!
Io so che lei mi rimarrà fedele, e so altresì che non mi sposerò con una donna, perché nella mia vita c'è già la FIAT 126 Personal 4 1983...bilicindrica, 24 cavalli, cilindrata 652...di cui ho imparato tutto a memoria!
Ne io ne lei abbiamo segreti l'uno per l'altro, e non passa giorno in cui non l'accarezzi dicendole, come se mi potesse sentire, che la amo...