Autore Topic: E il futuro del collezionismo?  (Letto 27257 volte)

Offline alfatarlo

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #15 il: 13 Luglio 2010, 11:16:00 »
Io non ho molti anni più di gti79, anch'io sono nato e vissuto nel periodo golf per dire, ed è vero che queste auto non riesco a vederle tanto vecchie, per lo meno molto meno di quelli nati negli anni '80 che le vedono come vecchie bacucche. Quello che mi sta succedendo è che il mio gusto, che già era abbastanza "vecchio" nel senso che mi son sempre piaciute le cose vecchie, si sta spostando sempre più verso auto del passato, verso auto che erano uscite di produzione da decenni rispetto non a ora, ma già alla mia data di nascita. Non riesco a vedere storica una prisma dell'84, o una croma, ma non le vedrò storiche neanche fra dieci o venti anni, e questo per ragioni anagrafiche succede a tutti: ma mi sta succedendo che non riesco più a vedere storiche neanche quelle degli anni'70 (che hanno 40 anni), io sono già agli anni '60  :D. Ho fatto il pieno? le ho sempre in mente tanto che me ne sto stufando?
Questo comunque è un problema mio. Sto notando invece come il motorismo storico faccia poca breccia nei giovanissimi, quelli tra i 15 e i 25 anni: provate a vedere l'età media dei partecipanti dei raduni e poi mi darete ragione. Sempre più spesso si sentono litigare degli eredi per l'auto del nonno. O del figlio rimasto improvvisamente orfano che vende-svende i "ferrivecchi" del padre. Tutto questo boom di passione io non lo vedo. Vedo tanti affaristi e tanti speculatori, spesso giovani-giovanissimi, ma questo non c'entra nulla con la passione. E in giro circolare vedo solo auto storiche abbastanza recenti, le ventennali per intenderci, ma nessuna o quasi quarantennale o precedente.

GTI79

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #16 il: 13 Luglio 2010, 11:23:50 »
Beh che i gusti possano cambiare è normale.
Non sono di sicuro uno psicologo (al massimo ne ho bisogno  :D :D :D), ma credo che il tuo "problema" (se così si può chiamare) è solo voglia di cambiare, di diverso, tutto qui.
Nel campo delle auto d'epoca il "diverso" per te è dagli anni '60 in giù.  ;)

Non sono d'accordo invece sull'età degli appassionati.
Nei raduni se ne vedono abbastanza, ma io partecipo a quelli vw ed i maggiolini o pulmini, attirano molto i giovani.

Non trascurare anche il fattore economico. Un diciottenne è difficile che abbia soldi da investire in un passatempo.
Io stesso prima di riuscire a comprarmi una storica ho dovuto aspettare quasi i 30 anni!!!

Offline maury61

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #17 il: 13 Luglio 2010, 11:34:33 »

..... Le auto ambite e belle si incrementeranno, quelle meno quotate, spesso raffazzonate saranno fonte di ricambi e le quotazioni non avranno incrementi tali da giustificare investimenti impegnativi. Chi ha speso bene su un veicolo non avrà da pentirsi, come tutti i fenomeni anche quello delle storiche si ridimensionerà e lo vediamo gia' sui quadri e i mobili antichi.


Innanzitutto complimenti davvero al buon Alfatarlo per l'INTERESSANTISSIMA discussione aperta.
Poi quoto tutti, soprattutto il passaggio del Cekk che ho sopra riportato.
Anch'io subisco il fascino delle auto anni '80, perchè erano quelle che mi facevano sognare allora, quando ero un semplice studente.
Ma avete mai pensato che un'auto che oggi ha 25 anni, fra 15 anni ne avrà 40? Quelle che oggi sono le Miura o le Fulvia o le Alfette, domani lo saranno le Delta, le Alfa 75 o le Thema.
Quello che voglio esprimere è questo: è una ruota che gira..... e se acquisti adesso un mezzo degli anni '80 che ti piace e ti diverte, se è abbastanza raro (come una serie limitata o un'auto prodotta in quantità relativamente esigua), e soprattutto se hai la costanza di conservarlo bene, nel migliore dei modi, in futuro ti darà anche delle soddisfazioni dal punto di vista dell'investimento, sicuramente. ;)

Del resto si parla di CONSERVAZIONE del patrimonio storico automobilistico!
« Ultima modifica: 13 Luglio 2010, 11:38:42 da maury61 »
Maury la Hyena  ;)

Offline alfatarlo

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #18 il: 13 Luglio 2010, 11:40:32 »
Il fenomeno maggiolino e 500 sono per certi versi unici, e proprio per questo sono molto particolari i suoi partecipanti. Magari sarebbero disposti a spendere 20k euro per una fiat 500 N, ma non si sognerebbero mai di comprarsi una Montreal agli stessi soldi. E hanno cominciato con il maggiolino o la 500 e con quello-a finiranno, non passeranno mai ad altro. Al massimo cercheranno la prima serie, ma non cambiaranno mai tipo.
Per il discorso economico non sono d'accordo. Se uno si sa acconte3ntare e si arrangia ce la può fare, anche andando a fare volantinaggio al sabato pomeriggio invece che stare bivaccato in piazza come vedo fare da me. Quando avevo 18 anni mi pagavo la benzina del maggiolino di mia sorella (costava 1800 lire, e lo stipendio medio era metà di adesso) che consumava una strage, e a 21 mi pagavo anche bollo e assicurazione (uno sproposito l'assicurazione) della mia prima storica: non c'erano le assicurazioni agevolate, il bollo ridotto, il passaggio irrisorio...

Offline alfatarlo

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #19 il: 13 Luglio 2010, 11:40:57 »
Grazie maury ;D

GTI79

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #20 il: 13 Luglio 2010, 12:30:01 »
Comunque se c'è la passione, c'è tutto.

Io stimo tantissimo chi spende tanti soldi su un'auto che una volta finita non vale neanche 1 quinto: i gusti possono essere differenti, ma la passione no.  ;)

Offline jancarlo5180

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #21 il: 13 Luglio 2010, 19:45:32 »
Io non ho molti anni più di gti79, anch'io sono nato e vissuto nel periodo golf per dire, ed è vero che queste auto non riesco a vederle tanto vecchie, per lo meno molto meno di quelli nati negli anni '80 che le vedono come vecchie bacucche. Quello che mi sta succedendo è che il mio gusto, che già era abbastanza "vecchio" nel senso che mi son sempre piaciute le cose vecchie, si sta spostando sempre più verso auto del passato, verso auto che erano uscite di produzione da decenni rispetto non a ora, ma già alla mia data di nascita. Non riesco a vedere storica una prisma dell'84, o una croma, ma non le vedrò storiche neanche fra dieci o venti anni, e questo per ragioni anagrafiche succede a tutti: ma mi sta succedendo che non riesco più a vedere storiche neanche quelle degli anni'70 (che hanno 40 anni), io sono già agli anni '60  :D. Ho fatto il pieno? le ho sempre in mente tanto che me ne sto stufando?

Secondo me, non ti stai stufando, stai solo "maturando", nel senso collezionistico, è ovvio! Si parte da un certo periodo perchè è quello a noi più affine, vuoi per ragioni anagrafiche, vuoi per tutta una serie di ricordi, e poi la curiosità, le esperienze di altri collezionisti, ti spingono ad allargare sempre di più l'interesse, il quale ti porta sempre più indietro nel tempo, non certo più avanti, se no di che auto d'epoca parleremmo! A proposito, se c'è una carenza (ovviamente involontaria!) in questo forum è che si parla poco delle "anteguerra", ma anche i più vicini anni '50 sono poco rappresentati! Interessarsi anche a queste auto rappresenterà  il naturale sviluppo della mia passione, anche se al momento so ben poco delle auto ante 1950.

Offline nigel68

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #22 il: 13 Luglio 2010, 21:33:28 »
Secondo me, non ti stai stufando, stai solo "maturando", nel senso collezionistico, è ovvio! Si parte da un certo periodo perchè è quello a noi più affine, vuoi per ragioni anagrafiche, vuoi per tutta una serie di ricordi, e poi la curiosità, le esperienze di altri collezionisti, ti spingono ad allargare sempre di più l'interesse, il quale ti porta sempre più indietro nel tempo, non certo più avanti, se no di che auto d'epoca parleremmo! A proposito, se c'è una carenza (ovviamente involontaria!) in questo forum è che si parla poco delle "anteguerra", ma anche i più vicini anni '50 sono poco rappresentati! Interessarsi anche a queste auto rappresenterà  il naturale sviluppo della mia passione, anche se al momento so ben poco delle auto ante 1950.

Mi sento di quotare l'intervento dell'amico Jancarlo: non ritengo tuttavia che la maggior parte dei collezionisti o dei semplici appassionati, alimenti questo mondo solamente in funzione dei propri ricordi o delle auto vissute da bambino.
A partire dagli anni '80 infatti grazie all'opera di alcuni uomini da sempre appassionati di automobilismo storico (in italia è doveroso citare Vittorio Zanon di Valgiurata) si è rivitalizzato l'interesse verso quelle vetture che per decenni o erano state dimenticate nei granai, o erano appannaggio di pochi eccentrici proprietari che ne conoscevano fin'ogni ultimo bullone.
E' stato proprio l'interesse per quelle vetture del periodo che qualcuno (anch'io ;D ) definisce "d'oro" del motorismo a costruire tutto il background che c'è dietro a questo splendido mondo. Vetture dove si respirava ancora l'aria del pionierismo, che andavano domate, che risultavano essenziali, scomode oppure opulente oltre ogni misura. Senza limiti progettuali, con particolari montati da sapienti mani artigianali e non da sterili robot. Con un lusso (se c'era) fatto in Europa da materiali pregiati e negli Stati Uniti da soluzioni elettro-meccaniche mirabolanti. Con prestazioni al limite del sovrumano come il Ferrari V12 o con motori dalla dolcezza infinita come il Packard dalla stessa disposizione.
Cioè in sostanza di "un'altra epoca".
E' principalmente per questo motivo che molti estimatori di auto storiche tendono a  considerare meno interessanti molte auto prodotte dopo la metà degli anni '70.
Le profonde modificazioni socio-culturali, unite a stravolgimenti dell'economia e della catena delle materie prime hanno originato autoveicoli fondamentalmente razionali, quindi meno emozionali. Ma attenzione, non una razionalità alla Henry Ford dove progresso significava innovazione per tutti, bensì abbattimento della vena creativa e degli spazi progettuali.
Molte vetture furono progettate solo come "facili e poco costose da costruire" come la Fiat Panda, pur non essendo in presenza di un fenomeno di motorizzazioni di massa. Altre dovettero piegarsi alle norme antinquinamento in Europa come in America. Opere d'arte e di design complesso incarnate da estesi profili, cromature, nervature sui parafanghi spesso battuti a mano, alluminio quando non pegamoide... tutto sacrificato sull'altare della plastica nera e delle lamiere squadrate.
Per quanto possa valere la mia opinione credo che alla domanda "Cosa resterà di questi anni ottanta?" 8) si possa tranquillamente rispondere "le supercar"
Figlie di una voglia irresistibile di scrollarsi di dosso i cupi anni 70 (che iniziati con Woodstock, finirono in Vietnam), i bolidi principalmente italiani ma anche inglesi (Aston Martin è la marca di cui si prevedono grandi rivalutazioni) rappresentano un fenomeno irripetibile che solo in questi ultimi anni si sta riaffacciando sulle strade.
Le altre auto (ricordo che a parte pochi straordinari coupè come la Volvo 480 o le giapponesi, gli '80 furono gli anni delle berline a 2-3 volumi) saranno oggetto di valutazione solo tra moltissimi anni -almeno 30- perchè in buona sostanza o troppo simili alle vetture degli anni '90 o malriusciti restyling dei modelli anni '70; come Fiat o Alfa Romeo che disprezzando i favolosi designer originari non trovarono di meglio che addobbare auto concepite dieci anni prima con orribili fascioni in plastica. E in ogni caso le berline (pur splendide) rispecchieranno un po' le attuali quotazioni che so, di una 1100/103 o di una Kadett. Inevitabilmente basse.
Tutto ciò ovviamente non dovrà distogliere gli amatori di determinate marche o modelli dal collezionarle o restaurarle... diventerà solo molto ma molto difficile e costoso. Voglio vedere chi riuscirà nel 2020 a ricostruire un pannello porta di una Jaguar XJ...o di una Lancia Prisma. Quindi precedenza solo agli esemplari migliori che siano (come dicono gli yankees) delle "time capsule car"!
"Quando un italiano vede passare un'auto di lusso il suo primo pensiero non è di averne una anche lui, ma di tagliarle le gomme" - Indro Montanelli 1909-2001

Offline jancarlo5180

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #23 il: 13 Luglio 2010, 22:29:59 »

...Le profonde modificazioni socio-culturali, unite a stravolgimenti dell'economia e della catena delle materie prime hanno originato autoveicoli fondamentalmente razionali, quindi meno emozionali. Ma attenzione, non una razionalità alla Henry Ford dove progresso significava innovazione per tutti, bensì abbattimento della vena creativa e degli spazi progettuali...

In questa frase,secondo me, sta un po' il nocciolo della questione. Ci sono stati, nel corso del Novecento, periodi di particolare pacificazione sociale (non di felicità e benessere per tutti, magari!) durante i quali l'uomo comune, che è poi il consumatore tipo (e quindi anche l'acquirente di automobili) ha creduto veramente che il progresso, come dice Nigel, significasse innovazione per tutti, che la produzione seriale, abbattendo i costi, avrebbe permesso di poter acquistare beni fino a quel momento riservati a pochi, e che questi beni oltre che utili potessero essere anche belli! E la certezza nel futuro, che non avrebbe potuto essere se non migliore, e la fiducia in questo progresso "buono" con la stabilità sociale che ne è derivata, hanno contribuito non poco alla creazione e sviluppo di grandi opere, anche nel campo automobilistico. Qui in Italia, penso, per esempio, al fervore "povero ma bello" del dopoguerra, o agli anni "felici" del boom economico contrapposti a quelli dal '68 in poi, carichi, invece, di forti tensioni sociali. Attenzione, non sto dicendo che negli anni '70 si stava male e nei primi dei '60 c'era la pacchia, non è tanto questione di PIL o di reddito pro-capite, ma di prospettive, fiducia nel progresso, certezza che attraverso di esso sarebbe stata abolita per sempre l'indigenza, la consapevolezza, insomma, che il domani sarebbe stato sicuramente migliore dell'oggi...e non sempre, purtroppo, è stato così!

Offline maury61

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #24 il: 14 Luglio 2010, 07:47:25 »
Quoto sia Giancarlo che Cristiano, e mi complimento: la vostra analisi economico-socio-culturale degli anni 60-70-80 mi ha affascinato, ci sono davvero degli spunti di riflessione interessantissimi, soprattutto su dove andremo a finire......
Già.......................
eccone una prima:
Ma quando tutte le auto saranno elettriche, e scompariranno i distributori di benzina, come faremo a portare a spasso le nostre storiche???????????
Maury la Hyena  ;)

Offline cekk500

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #25 il: 14 Luglio 2010, 08:35:03 »
Quoto sia Giancarlo che Cristiano, e mi complimento: la vostra analisi economico-socio-culturale degli anni 60-70-80 mi ha affascinato, ci sono davvero degli spunti di riflessione interessantissimi, soprattutto su dove andremo a finire......
Già.......................
eccone una prima:
Ma quando tutte le auto saranno elettriche, e scompariranno i distributori di benzina, come faremo a portare a spasso le nostre storiche???????????

Credo che in fondo il mondo delle auto storiche spazia proprio nei contesti storici e come la storia di ogni uomo anche quella del veicolo viene sminuzzata, analizzata e vista con occhio critico quando la si mette in discussione!
Fare dei bilanci e riflettere sul vissuto è umano, chi lo fa mostra consapevolezza sia del periodo che sta vivendo che del proprio vissuto. L'automobile entra a farne parte e a pieno titolo, sento tanti anche nelle canzoni rimpiangere la loro 600 e di conseguenza rievocare anni e una storia che spesso ci lascia fotografie o piccoli ricordi, l'auto racchiude a parer mio un po di tutto questo! La passione che condividiamo non puo' prescindere dalle radici storiche e culturali, un pezzo di vita o un epoca alla quale leghiamo la storica.
Dagli ultimi interventi viene fuori il legame che spinge a scegliere questa o quell'auto indipendentemente dal fatto anagrafico, conosco ragazzi giovani appassionati tanto di una Uno che di una Appia proprio perchè rappresentano un periodo non necessariamente legato all'infanzia. Questo puo' essere l'aspetto del cuore, ma la parte razionale ci induce a riflettere sull'aspetto pratico, economico e gestionale di eventuali scelte.
Spesso la storica a sua volta rappresenta per noi un periodo di transizione, quando presi la 911 vivevo una fase della vita, al suo mutare la macchina la usavo sempre meno fino a doverla cedere. Riscontro sovente situazioni analoghe tra gli appassionati e in fondo la storica si evolve e matura con noi. Le cerchiamo le troviamo, spesso resuscitandole e poi dopo un periodo indefinito puo' accadere di separarsene, magari puntando su un altro genere di vettura, passare da una anni 80 a una 60 e viceversa!
Il fenomeno è soggettivo......... rendere certe sensazioni è difficile e solo chi condivide questo mondo non ti ritiene matto e pronto al ricovero!
soliti problemi di foto

Offline alfatarlo

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #26 il: 14 Luglio 2010, 10:06:08 »
Citazione
Ma quando tutte le auto saranno elettriche, e scompariranno i distributori di benzina, come faremo a portare a spasso le nostre storiche??

Questa è una bella domanda, ed è in tema perchè la dopo tutti questi discorsi non sappiamo come farle camminare, le nostre storiche sono destinate alla pressa. Non possiamo neanche fare incetta oggi di carburante perchè non si può conservare in quanto si deteriora naturalmente.
Sicuramente la benzina si può ricavare anche chimicamente senza dover necessariamente partire dal petrolio, anche se è costoso. Più probabile sarà il ricorso ai carburanti alternativi come l'alcool etilico, il biodiesel. Il punto sarà sempre vedere che prezzzo ci sarà. Sicuramente gli aerei e i camion non potranno fare a meno del combustibile liquido, a meno che... ma sicuramente non esisteranno a breve aerei ad energia solare.

Offline cekk500

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #27 il: 14 Luglio 2010, 10:19:41 »

Ma quando tutte le auto saranno elettriche, e scompariranno i distributori di benzina, come faremo a portare a spasso le nostre storiche???????????


Credo che per i prossimi 50 anni le benzine si useranno ancora e per vari motivi sui quali non vado OT.
Sentivo dire la stessa cosa con l'avvento dei CD e delle digitali, ma sia le pellicole che i vinile sono ancora prodotti, anche se per un mercato di nicchia! Infondo con gli idrocarburi non si alimentano solo auto.
soliti problemi di foto

Offline maury61

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #28 il: 14 Luglio 2010, 10:50:16 »
Speriamo.....
ho un ricordo molto vago, forse qualcuno di voi può aiutarmi.....
In un film di fantascienza, ambientato proprio in un'epoca futura nella quale, a causa dei troppi tumori erano stati aboliti e banditi tutti gli idrocarburi, il protagonista scappa da qualche pericolo proprio su una "vecchissima" DELTONA, sfruttando la poca (ed ormai introvabile!) benzina presente sul fondo del serbatoio.....
VE LO RICORDATE?
Maury la Hyena  ;)

Offline Frosty the snowman

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Re: E il futuro del collezionismo?
« Risposta #29 il: 14 Luglio 2010, 14:10:40 »
In un film di fantascienza, ambientato proprio in un'epoca futura nella quale, a causa dei troppi tumori erano stati aboliti e banditi tutti gli idrocarburi, il protagonista scappa da qualche pericolo proprio su una "vecchissima" DELTONA, sfruttando la poca (ed ormai introvabile!) benzina presente sul fondo del serbatoio.....
VE LO RICORDATE?

e questo, VE LO RICORDATE?

http://forum.passioneauto.it/index.php?topic=1059.0
l'automobile non è un mezzo di trasporto, ma una compagna di viaggio

 

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