Entrambi i modelli hanno lasciato il loro sigillo per il periodo in cui sono stati prodotti. Auto nate da specifiche ben precise e non più da indicazioni (passatemi la battuta) d'annunziane. Dovevano servire a portare a spasso una famiglia con bagagli e se necessario trasportare qualche carico, affidabili e proporzionalmente economiche sia in acquisto che in gestione. In famiglia abbiamo avuto due 600 e una 750, l'esame di guida lo ho fatto con quest'ultima. Il salto qualitativo rispetto altre auto acquistabili da una famiglia media si è sentito subito. Gli spazi più ampi, la tenuta di strada ben diversa dalle 1100 e dalle Topolino, la possibilità di fare qualche centinaio di Km senza portarti dietro ( era la prassi ) qualche ricambio strategico e qualche metro di fil di ferro, mi hanno fatto capire purchè ancora ragazzino che si stava andando verso qualcosa di differente dallo standard anni '50, che ben conoscevo data l'attività di carrozzeria paterna. Con la 600 serviva solo una bottiglia d'acqua e una cinghia o una calza da donna, non c'era mai tempo per le manutenzioni programmate. C'era sì anche la sensazione di troppa leggerezza, abituati ai telai separati dalla carrozzeria, ma è passata in un lampo. Ogni tanto bisognava rinforzare il pianale che cedeva sotto i sedili. La 127 è arrivata da me molto tardi, regalatami da un collega che aveva in giardino una vecchia 127 Special 900 3 porte avvolta dalle rose e attraversata dai rovi e che ben volentieri se ne è liberato, ruggine fin sopra il tetto e di colore indefinibile. Mi serviva temporaneamente una terza auto da battaglia, per portare cemento, piastre, bidoni, compressore, ecc. per lavori in casa, e ho colto l'occasione, visto che il motore non era bloccato. Ci ho messo tre giorni per smontarla e lavarla con idropulitrice a caldo e scoprire il colore rosso 127F. Un'altra settimana tra vetroresina e rinforzi sotto i brancardi per impedire che si aprisse alla prima buca,una verniciatura fatta in tettoia col bicomponente, un altro paio di giorni per trovare una selleria interna da un amico demolitore e infine un giorno per il collaudo. Era venuta talmente bene che mi è durata altri sette anni, dal paio di mesi che mi sarebbero bastati! Con questa ho fatto di tutto, compresi i sentieri per i rifugi delle ns. Prealpi, caricare il letame per i fiori della consorte e andare in ufficio. Indistruttibile nonostante quattro passaggi di mano e immani maltrattamenti subiti, è' servita per una delle prime rottamazioni incentivate terminando la sua vita in una concessionaria Fiat.