Una necessaria precisazione: l'Alfetta GT che vedete nella foto sopra è una GT 1800, la si riconosce dalla diversa mascherina a griglia retinata, incassata e non a listelle, dalla mancanza di aperture grigliate sotto la mascherina stessa, che erano ancora chiuse con un'unica listella, e dalle frecce ancora bianche, probabilmente aveva ancora targa nera quadrata, e dal volante in legno chiaro. Venne prodotta dal 1974 al 1976, anche se qualche esemplare venne immatricolato ancora nel 1977, c'erano altre numerose differenze rispetto alla GTV, ma non ve le elenco tutte, mi fermo qui... Prestazionalmente era una macchina davvero brillante, il motore erogava 122 Cv. esattamente quelli prodotti dalla 1/a serie di Alfetta GTV, solo a fine 1978 la GTV venne potenziata a 130 Cv. (Alfetta GTV 2000L), motorizzazione che mantenne inalterata fino alla fine produzione avvenuta nel 1987. Mettendo a confronto la prima Alfetta GTV 2000 con l'Alfetta GT 1800, quest'ultima, pur con una cilindrata inferiore anche se a pari numero di cavalli, in spunto e ripresa riusciva a stare avanti alla GTV, grazie a rapporti più corti, veniva battuta solo in velocità dove la GTV raggiungeva i 195 Km/h mentre la GT ne spuntava "solo" 188, però la GT era penalizzata da un'assetto troppo morbido, decisamente indurito sulla GTV, che ne migliorava nettamente la tenuta di strada. L'Alfetta GT 1800 venne sostituita nel Giugno 1976 dall'Alfetta GT 1.6, ma che venne prodotta solo per il mercato italiano, fu un mezzo fiasco in quanto un motore troppo poco potente penalizzava enormemente una vettura nata per essere un purosangue sportivo, mortificandola a "sportiva da passeggio" il motivo di questo ridimensionamento fu giustificato dalla crisi petrolifera dell'epoca, ma il progetto fu un fiasco anche in questo perchè alla fine, a fronte di prestazioni davvero modeste, l'Alfetta GT 1.6 in molte situazioni riusciva a consumare di più dell'Alfetta GTV, un vero mostro di brillantezza, uscita in contemporanea alla GT 1.6 e che raggiunse il suo culmine di prestazioni e bellezza con l'uscita dell'Alfetta GTV 2000L, mostro di potenza da oltre 200 Km/h. Ma in Alfa Romeo presero nel 1981 l'ennesima cantonata, ristilizzando la GTV con l'uscita della 2/a serie, venne si abbandonata la deludente Alfetta GT 1.6, ma il restyling fu davvero uno scempio per gli amanti di questo modello, anzitutto tutte le belle cromature, paraurti compresi, lasciarono il posto a volgare plasticaccia, vennero eliminati i deflettori regolabili dall'interno, vera chicca di queste macchine, sostituirono la fanaleria posteriore, bella e discreta sulla 1/a serie, con gruppi ottici pesanti e brutti a vedersi, un vero pugno nell'occhio... per non parlare dei paraurti enormemente grandi ed in plastica nera, che svilivano la linea slanciata della 1/a serie, non risparmiarono neppure buona parte degli interni dove l'originalissima strumentazione sdoppiata con un bel fondo blu, venne maldestramente sostituita da una plancia inutilmente enorme, sgradevole e con un tristissimo fondo nero, per completare l'opera anche le colorazioni disponibili, che erano fino al 1980 circa una decina (Alcune però solo a richiesta) vennero ridotte solo a 4 e lo stesso dicasi per gli interni, prima proposti in almeno 6 tinte diverse e da allora solo 2, si poteva solo scegliere, con aggiunta di prezzo, la pelle al velluto, ma le tinte erano più o meno uguali. Nel 1983, per completare lo scempio, la GTV subì l'ennesimo restyling, sparì anzitutto il glorioso nome "Alfetta" ed appesantirono ancora di più la linea con degli sconcertanti fascioni in plastica molto alti che avvolgevano le fiancate, pessimi a vedersi, ed anche il design dei sedili subì una modifica, si più avvolgenti, ma con poggiatesta non più regolabili e con l'aggiunta di discutibili cuscinotti anteriori che disturbavano durante la guida, riducendo oltretutto il già poco spazio per le gambe disponibile per i passeggeri posteriori, bella invece l'idea di dotare i poggiatesta anteriori di retine, almeno questo era una miglioria, ma solo estetica, molto più comodi i precedenti regolabili in altezza. Tuttavia, ad onor del vero, nel 1981 venne presentata anche l'Alfetta GTV6, un mostro da 160 CV e motore 6 cilindri a V cilindrata 2.500, era una vettura molto performante, all'epoca al top delle vetture sportive, che metteva in crisi e spesso letteralmente umiliava molte auto dai nomi eccezionalmente gloriosi, che non voglio qui nominare, di pari cilindrata, e superava tranquillamente i 220 Km/h con consumi accettabili grazie alla nuova iniezione elettronica Bosch Jetronic, accoppiata al classico "Busso" montato allora sull'Alfa 6 dove invece l'alimentazione era a carburatori. La macchina era distinguibile facilmente dall'Alfetta GTV 2.0 per una vistosa gobba sul cofano, soluzione irrinunciabile per poter far spazio al grosso ed alto V6, faceva discutere perchè "rompeva" l'insieme della linea estremamente filante del veicolo, ma una volta fatto l'occhio tutto sommato risultava accettabile... Se questa vettura, nata con la livrea di 2/a serie, fosse stata presentata qualche anno prima, con tutte le cromature e le bellezze impareggiabili della 1/a serie, sarebbe stato il massimo per un'alfista. Però la manutenzione di questa vettura era decisamente molto più onerosa dell'Alfetta GTV, e quindi destinata ad un'utenza più elitaria e comunque, tutto sommato e non volendo certo paragonare le prestazioni della GTV6 con la GTV 2000L, io preferisco il "sound" del bialbero in versione 2000, il vero ed impagabile "canto" Alfa Romeo, che neppure il cupo V6 riesce ad eguagliare quanto a fascino, insomma per me il vero "suond" Alfa Romeo appartiene solo al bialbero, questo non si discute assolutamente! Qualunque vero alfista penso mi possa pienamente comprendere e dare ragione!