Riporto dal sito muesodellauto.it:
a tutt’oggi i veicoli con oltre 20 anni devono fare la revisione ogni 2 anni, ma, come prevede la legge, se essi sono iscritti ad un qualche registro che ne attesti il valore di storicità, rientrano nella categoria N dei veicoli atipici e pertanto devono fare la revisione ogni anno.
I registri attuali nei quali sono iscritti mezzi storici sono più di uno: registro Fiat, Guzzi, FMI, Lancia, Alfa Romeo, ASI, Autobianchi etc.
Normalmente i nostri soci accedono al registro Asi sia come attestato di storicità, sia come certificato (Targa Asi). Nei vari cartellini che vengono consegnati (sia quello in cellophane duro, sia il libretto del certificato) possiamo leggere il numero di registro al quale viene associato il ns mezzo. A quel punto possiamo usufruire delle agevolazioni fiscali di esenzione dalla tassa di proprietà (sostituita da una tassa di circolazione detta minibollo) e spesso delle convenzioni con compagnie assicurative (ma questo è un contratto tra privati e non con enti pubblici).
Lo svantaggio è che il mezzo risulta così iscritto nelle liste di categoria N (veicoli atipici) e deve sottostare alla revisione annuale se lo si vuole utilizzare lungo la pubblica via (fermo restando gli altri obblighi assicurativi).
Anche se il numero di registro non viene riportato sul libretto di circolazione, rimane l’obbligo di fare la revisione ogni anno (al contrario di quanto affermato in una discussione in mailing list).
Dal punto di vista del controllo, in quanto veicolo atipico, può evitare alcuni obblighi a carico dei mezzi moderni. Ed esempio l’esenzione dal montaggio e dall’uso delle cinture di sicurezza per vetture ante 1976, data dell’entrata in vigore delle omologazioni per le cinture di sicurezza. Attenzione però che se le cinture sono montate vanno usate! Non c’è l’obbligo di usarle solo se non sono montate. Gli stessi veicoli, in quanto storici sono esentati dal montaggio della marmitta catalitica, possono, a seconda dei regolamenti comunali, girare nei giorni di blocco del traffico. Quando dico “a seconda dei regolamenti comunali” mi riferisco al fatto che alcuni comuni (ad esempio Modena) consente la circolazione di mezzi storici iscritti nei registri, altri comuni non lo prevedono e quindi le restrizioni al traffico sono uguali per tutti.
Si potrebbe dire “fatta la legge, trovato l’inganno” ed in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, basta non dire che il mezzo è storico (di solito le forze dell’ordine chiedono il libretto di circolazione e se il veicolo NON è stato reimmatricolato, non troveranno di certo alcun numero di iscrizione ai vari registri storici e tenderanno a considerare il mezzo come un veicolo normale) e così, anche se è passato oltre un anno dall’ultima revisione, probabilmente verremo lasciati andare senza sanzione. Mi permetto però di sottolineare che in caso di incidente saremmo alla guida di un mezzo non idoneo alla circolazione e pertanto potremmo trovare la sgradita sorpresa di una rivalsa da parte della compagnia di assicurazione in caso di contestazioni. Il mio suggerimento è quello di evitare di fare i furbi perché alla fine ci si potrebbe rimettere molto di più.